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tualmente non conviene, sicchè pochi sono i passeggeri che vanno da Napoli a Civitavecchia per recarsi a Roma, ma tutti preferiscono alla via di mare quella di terra, abbenchè non ferrata e più lunga, più dispendiosa e pericolosa.
Ma non è sulle provenienze di Napoli che Civitavecchia conta e deve contare; sì bene su quelle da ponente; essendochè non v’ha passeggere che voglia recarsi da ponente a Roma, il quale non sbarchi a Civitavecchia; e niuno al certo, anche quando esistesse la strada ferrata fra Napoli e Roma, si recherebbe a Napoli per quindi proseguire a Roma, quando fosse diretto a Roma. Che anzi oggi avviene pur troppo che molti, i quali hanno in cuore di vedere Napoli e Roma, prosieguono coi vapori a Napoli, da dove per la via di terra si volgono a Roma; e moltissimi, onde evitare la faticosa strada attuale di Civitavecchia, anche da Livorno e Firenze preferiscono la via di terra per portarsi a Roma. Una volta però che da Civitavecchia a Roma, da Roma a Napoli, esistesse la facile e non dispendiosa comunicazione ferrata, si potrebbe giurare che non solo quanti da ponente volessoro veder Roma verrebbero per la via di mare a Civitavecchia; ma anche quelli che volessero andare a Napoli, abbandonerebbero la via di mare a Civitavecchia e passerebbero per Roma; e viceversa quanti da Napoli si avessero a recare a ponente, passerebbero per Roma ed andrebbero ad imbarcarsi a Civitavecchia. Ed a persuadere gli schizzinosi di questo fatto, noi ci varremo delle osservazioni che usa lo stesso Sig.r Petitti quando a persuadere che per recarsi da Napoli a Roma niuno seguirebbe la via di mare, e verrebbe col vapore a Civitavecchia, diceva preferibile la via di terra se si valutano; 1.° le incertezze del tempo in mare; 2.° il tempo delle fermate del battelli a vapore in ogni scalo; 3.° la non sempre sicura e pronta partenza degli scali marittimi alle città interne della penisola: e noi aggiungeremo, la non sempre nè a tutti piacevole navigazione. Al-