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CAPITOLO VIII.
I cavalieri, persuasi anche quella volta di essere sfuggiti ai terribili tomahawak ed alle lance dei Chayennes, balzarono in sella, e dopo un’ultima esplorazione dell’orizzonte, si slanciarono verso il sud, fendendo impetuosamente quell’oceano di verzura che pareva non dovesse finire mai.
La colonna di fumo era sempre visibile e serviva loro come di faro. Qualche cosa di grosso doveva bruciare in mezzo alla prateria, poichè non accennava a scemare quel pennacchio che si raccoglieva sul limpidissimo cielo, mantenuto immobile da una calma assoluta.
Non essendovi in quella direzione che Kampa, doveva essere quella piccola stazione che bruciava.
In quell’epoca l’emigrazione bianca era ancora lentissima in causa delle continue ostilità degl’indiani, ed i villaggi si trovavano situati a grandissime distanze, avendo tutti bisogno della protezione di un fortino e d’una piccola guarnigione che il Governo non avrebbe potuto fornire a tutti, se fossero stati in molti.
Come era sua abitudine, John, il quale cavalcava sempre alla testa del minuscolo drappello, di quando in quando faceva qualche brusca fermata per osservare attentamente le erbe, potendo darsi che in mezzo a quelle si nascondessero coloro che avevano assassinato il corriere di San Luigi, il disgraziato Patt ed il suo compagno.
Prestava specialmente estrema attenzione agli animali selvaggi, che di quando in quando si mostravano nei luoghi ove l’erba era meno alta od intorno agli occhi pieni d’acqua, poichè dalle loro fughe precipitose era in caso di giudicare se l’indiano si trovava in una di quelle direzioni.
Una scoperta lo rassicurò pienamente.
Aveva percorso, sempre guidando i compagni, una mezza dozzina di miglia e già la colonna di fumo stava per scomparire, quando vide passare dinanzi a sè, colla furia d’un uragano, uno stuolo di cavalli selvaggi.
Erano una quarantina ed appartenevano tutti ad una razza sola, l’andalusa, che è la più diffusa, razza piuttosto piccola, vigorosa, dotata d’una resistenza incredibile e che è stata importata dai primi