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58 | EMILIO SALGARI |
celle in cerca di quelle canaglie e non trovammo che quattro o cinque morti, stramazzati dietro alle finestre.
Interrogati i monaci ci dissero che i banditi dovevano aver scoperto qualche passaggio segreto, noto solo al superiore della Missione il quale in quel momento, per nostra disgrazia, si trovava a catechizzare non so quale frazione di Chayenne.
Mentre cercavamo perfino nei sotterranei della chiesa, i monaci se n’erano andati dicendo di voler raggiungere al più presto il loro capo.
Nessuno aveva pensato a trattenerli, avendo trovate giustissime le loro ragioni.
Corpo di una pipa rotta!... Sapete chi erano?
— I banditi? — chiese Harry.
— Sì, amico. Quelle canaglie avevano massacrati tutti i monaci, li avevano accumulati in una cella che non fu scoperta che più tardi, avevano indossate le vesti dei religiosi, si erano legati l’un l’altro....
— E ve l’avevano fatta, — conchiuse Harry.
— Precisamente, — rispose l’indian-agent.
— Un tiro magnifico!... — esclamò Giorgio.
— Bellissimo davvero, — aggiunse il gambusino, che pareva s’interessasse molto di quel racconto.
— Che pagarono però, più tardi, caro, — disse John — poichè il capitano Mac Lelland aveva giurato di vendicarsi.
Per un paio di mesi quei banditi audacissimi non dettero segno di vita, poi gli assalti alle corriere furono ripresi, accompagnati da orrende stragi.
Nessuno sapeva dove si nascondessero, quando al capitano venne un giorno l’idea di fare una visita notturna a questa Missione, che era rimasta abbandonata alle coyotes ed agli avvoltoi neri, dopo il massacro dei monaci.
— Erano qui, ci scommetterei, — disse Harry.
— Hai indovinato, amico. Era una sera da lupi e nevicava sulla pianura, ma i cento uomini che formavano la colonna dei volontari, incoraggiati da un grosso premio se fossero riusciti a mandare al diavolo quei ladroni, non sentivano il freddo.
A mezzanotte eccoci qui. Dalle finestre non si vedeva luce, però facendo il giro dell’edificio scoprimmo i briganti rifugiati nel sotterraneo.
Non sospettando la sorpresa, mangiavano e bevevano allegramente intorno ad una gigantesca tavola, sicurissimi di non essere disturbati.
Fu intimata loro la resa e risposero a fucilate sparate attraverso a feritoie aperte appositamente a fior di terra.