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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 55

Le bestie si avanzano.

— Lasciale venire: fino a notte oscura non faranno nulla. Non sparare per ora. —

Harry stava per riappendere il rifle alla sella e cacciarlo dentro la guaina di pelle di montone, quando si videro i lupi, diventati ormai dieci o dodici, arrestarsi bruscamente.

— Che abbiano intenzione di cacciare qualche selvaggina più facile? — chiese lo scorridore all’indian-agent. — I bisonti ed anche le alci non devono mancare fra queste macchie.

— Non amano i rifugi, — disse John — se prima non li hanno esplorati.

— Allora siamo vicini alla Missione.

— Dovremmo esserlo: aizziamo i cavalli prima che il tornado non ci investa completamente. —

Le povere bestie continuavano a fare degli sforzi prodigiosi per mantenere un galoppo abbastanza vivace.

Si capiva però che non ne potevano più. Anche quello del gambusino, che doveva essersi riposato più degli altri, ansava affannosamente e rigettava sprazzi di schiuma in grande abbondanza.

Intanto la foresta diventava sempre più fitta e l’uragano aumentava di violenza.

I lampi, fortunatamente, si succedevano ai lampi, mostrando qua e là i passaggi, attraverso i quali i mustani si cacciavano con grande impeto, spronati dalle urla dei lupi non ancora cessate.

Già i rami cominciavano a contorcersi sotto le formidabili strette del tornado, quando alla luce d’un lampo apparvero dinanzi agli sguardi dei cavalieri delle muraglie foracchiate in mille luoghi, che s’appoggiavano ad un avanzo di campanile.

— La Missione del Massacro!... — esclamò John, allegramente. — Era proprio tempo che vi giungessimo!

— Che brutto nome! — disse Harry, facendo una smorfia. — Qui gl’Indiani devono aver commessa qualche grossa birbonata.

— No, i leperos messicani. Prendete i cavalli per le briglie e vediamo se possiamo trovare un asilo.

Giorgio, accendi una torcia di ocote. Uno scorridore ne possiede sempre nel suo sacco.

— Sì, John, — rispose il giovane. — Aspetta che siamo al coperto. —

Girarono intorno ad un avanzo di cappella diroccata, passarono attraverso due ampie porte che portavano tracce d’incendio e si trovarono nell’interno della Missione.

Il tetto era quasi tutto crollato e giaceva a terra in un ammasso di rottami impossibile a descriversi, però una parte aveva ancora resistito al fuoco ed alle intemperie e poteva bastare pei cavalli e per gli uomini.