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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST | 43 |
far scomparire perfino l’ultimo colono stabilito al di là del Mississipì ed al di qua della frontiera Californiana.
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John Maxim ed i due scorridori della prateria, sapendo di potersi trovare, da un momento all’altro, di fronte a qualche colonna volante se non di Sioux, trattenuti forse ancora nella gola del Funerale dai rifles dei volontari, per lo meno di Chayennes, avevano tenuto un breve consiglio prima di decidersi sulla via da prendere.
Al nord si stendeva la grande pianura, che rasentava le montagne, ricca di erbe rigogliose che avrebbero fatto la fortuna di migliaia di allevatori di bestiame, ma cosparsa per lo più da folte macchie di boschetti cedui, di aceri, di noci, di quercie, di ontani, di piante del cotone che bagnavano le loro radici in numerosi torrenti; al sud invece si stendeva l’infinita prateria coperta d’immense graminacee, di girasoli, di artemisie, di gruppi di salvia, di menta, di asfodeli, di semprevivi campestri e di buffalo-grass, l’erba preferita dai bisonti.
Se la prima presentava dei pericoli per le imboscate, la seconda era egualmente pericolosa, poichè difficilmente tre cavalieri avrebbero potuto sfuggire agli sguardi acutissimi degl’Indiani.
— Preferisco la pianura, per ora, — aveva conchiuso l’indian-agent. — Avanzeremo fino all’altezza di Kampa, poi taglieremo la prateria per raggiungere le ultime corriere che devono ancora partire pel gran Lago Salato.
— Se gl’Indiani non le avranno già distrutte, — disse Harry. — I Chayennes devono essere, da qualche settimana, sul sentiero di guerra e non saranno rimasti inoperosi.
— Se non troveremo nulla continueremo coi nostri mustani, — aveva risposto l’indian-agent. — Forse sono da preferirsi alle corriere.
— Siamo d’accordo?
— Sì.
— Hallo per la pianura, dunque, — aveva detto Giorgio, il quale era impaziente di slanciarsi in mezzo alle macchie.— Almeno troveremo qualche orso o qualche truppa di tacchini selvatici che ci rimetterà delle eterne pagnotte di maiz ammuffito che abbiamo mangiato al campo. La montagna sarà bella, a chi piace, ma io preferisco le vaste pianure dove posso lanciare il mio mustano.
— Lancialo, fratello. —
Il giovane, all’invito di Harry stava per obbedire, quando il suo bellissimo e robusto cavallo, dalla magnifica coda, quantunque toccato vivamente dai giganteschi speroni messicani, di purissimo argento, fece uno scarto mandando un sonoro nitrito.
— To’! — esclamò Giorgio raccogliendo le briglie, mentre Harry e John staccavano rapidamente i rifles — ci deve essere qualcuno dinanzi a noi.