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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 39

bero tardato ad avere alle calcagna centinaia e centinaia di guerrieri, più assetati di sangue dei giaguari delle praterie.

Pareva però che tutto andasse ancora bene sulla montagna, poichè, di quando in quando, le detonazioni dei rifles giungevano. Se la polvere urlava voleva dire che il campo non era stato preso e che i volontarî non erano stati massacrati.

Per quattro ore continue i mustani, i quali possedevano dei garretti d’acciaio ed una resistenza incredibile, continuarono a galoppare attraverso ai canon che si succedevano senza interruzione e sempre più orribili, poi verso l’alba le pendenze cominciarono a raddolcirsi e le grandi macchie di pini, di noci neri, di cedri, di pinocchi giganteschi a diventare più rade.

La prateria non era che a poche miglia dai fuggiaschi, tutta verdeggiante, tutta splendida, colle sue miriadi di fiori profumati.

Per la quarta volta John aveva trattenuto il suo gigantesco mustano e si era messo in ascolto.

— Più nulla, — disse. — La battaglia è finita lassù.

— Vinta dai nostri o dagli Sioux? — chiese Harry.

L’indian-agent si volse e guardò in alto. Tutte le vette della catena del Laramie erano coperte da una foltissima nebbia, la quale si abbassava rapidamente verso i canon inferiori, avvolgendo le grandi boscaglie.

— Non so che cosa darei per essere, per un solo istante, lassù, — disse. — Chi avrà vinto? Auguriamoci che sia stato il colonnello Devandel. —

Un sorrisetto stridente, beffardo, sfuggì, in quel momento, dalle labbra della piccola indiana.

— Che cos’hai, Minnehaha! — chiese l’indian-agent, seccato.

— Ho veduto un cane di prateria che metteva fuori il muso dalla sua tana e che mi guardava, — rispose la fanciulla.

— Che il tuo Manitù ti porti nelle praterie felici! — brontolò l’indian-agent. — Sei poco seria per essere una sioux. —

Poi, volgendosi verso i due scorridori di prateria, che tenevano gli sguardi fissi sulle nebbie, chiese:

— Andiamo, camerati?

— Se noi dobbiamo andare all’hacienda di San Felipe per ordine espresso del colonnello, non trovo alcun motivo di fermarci qui, — rispose Harry. — Non dimentichiamo che abbiamo i Chayennes alla nostra sinistra e che forse battono già la grande prateria.

— Hai ragione, amico. Ci siamo assunti un’impresa e sarà nostro onore condurla a buon fine.

Hallo!... Scendiamo nella prateria!... Succeda quel che si vuole, noi faremo del nostro meglio per salvare i figli del colonnello. —

Un altro sorriso beffardo, irritante, sfuggì in quel momento dalle labbra della piccola indiana.