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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST | 247 |
— Non invocate troppo presto la morte. Io vorrei anzi che giungesse il più tardi che fosse possibile.
— Avete qualche speranza, allora?
— Che cosa volete? Io penso sempre a quel bravo John, signor Devandel. —
Il giovanotto scosse il capo e fece un gesto disperato.
— Magra speranza, — disse poi, con un sospiro.
La loro conversazione, alla quale nè Mary nè Giorgio avevano preso parte, trovandosi più indietro, fu interrotta dall’arrivo di due indiani, i quali recavano loro una abbondante, se non molto svariata, colazione, composta di una specie di polenta condita con grasso d’orso e uova di pesci, e di larghi pezzi di bue sanguinanti, contornati da pochi lamponi selvatici.
Malgrado le loro angosce i prigionieri che erano digiuni fino dal giorno innanzi, fecero buona accoglienza al pasto, poi vedendo che gl’Indiani si coricavano intorno ai fuochi, cercarono d’imitarli.
Quella prima fermata si prolungò fino quasi al tramonto, poi i dugento guerrieri rimontarono in sella, rimettendo in mezzo a loro i prigionieri.
Già la colonna stava per muoversi, quando Yalla, seguìta da Nuvola Rossa, che portava sempre dietro di sè Minnehaha, passò accanto ai due scorridori ed ai due figli del colonnello, pavoneggiandosi nel suo splendido mantellone e gettando su di loro uno sguardo ironico.
— Che il Grande Spirito ti maledica, strega!... — urlò Harry, tentando, invano, di spezzare le corde che gli avevano messo nuovamente intorno ai polsi.
— Che cosa dici, uomo pallido? — chiese la donna, frenando il suo cavallo bianco.
— Dove vuoi condurci? — chiese invece lo scorridore, che scoppiava di rabbia.
— Lo saprai più tardi.
— E che cosa pensi di fare di noi?
— Lo saprai più tardi.
— Di scotennarci?
— Lo saprai più tardi, — ripete per la terza volta Yalla, colla sua voce secca e tagliente.
Poi allentò le briglie e s’allontanò a gran corsa, facendo ondeggiare i lembi del suo mantellone ed i suoi lunghissimi capelli neri.
— Me lo dirai allora tu, canaglia d’un gambusino!... — gridò Harry a Nuvola Rossa.
Il sakem dei Corvi lo guardò un istante, poi rispose:
— Se mia moglie non te lo ha detto, che cosa vuoi che ne sappia io? —
Poi lanciò anche lui il suo cavallo ventre a terra per raggiungere