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244 | EMILIO SALGARI |
che vi si getti dentro. Non hai veduto come sono scomparsi gli uomini del nostro seguito? —
Mano Sinistra interrogò con uno sguardo Yalla.
— Prometti loro tutto quello che vorranno, — rispose la terribile donna, con un perfido sorriso. — Vedremo chi ci imporrà di mantenere la nostra parola. —
Mano Sinistra la guardò con profonda ammirazione, poi gridò ad Harry, il quale aspettava sempre la risposta:
— Accettiamo quanto tu chiedi.
— Lo giureresti sul Grande Spirito?
— Anche sull’Arca del primo uomo, — rispose il sakem.
— Come farai a prenderci? Il fango ci circonda e sotto di noi vi sono le sabbie mobili pronte ad inghiottirci.
Come vedi, i nostri cavalli continuano ad affondare. —
Mano Sinistra si guardò intorno, ed avendo scorta una folta macchia di grossi alberi del cotone, che crescevano lungo il margine della savana, disse ai suoi guerrieri:
— Presto: improvvisate un ponte. —
Cinquanta o sessanta uomini si slanciarono verso le piante, impugnando le scuri ed in pochi minuti le atterrarono, trasportando poi tronchi e rami presso lo strato d’acqua fangoso.
Con una rapidità straordinaria, poichè i cavalli dei fuggiaschi continuavano ad affondare, una specie di pontile fu gettato sopra la savana.
Harry fu il primo ad attraversarlo insieme a Mary, che aveva levata dalla sella.
Si avvicinò a Yalla, la quale era rimasta sempre immobile sul suo bianco destriero, fredda come un pezzo di ghiaccio, e dopo d’averle lanciato addosso uno sguardo pieno d’ira, le chiese:
— Sei soddisfatta, dannata femmina? —
Yalla schiuse le sue labbra ad un sorriso sardonico, poi rispose:
— Sì, però avrei voluto prendere anche quello che è fuggito. Aveva una bella capigliatura.
Chissà che un giorno o l’altro il Grande Spirito non mi dia fra le mani anche quello!... —