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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 235

I negri ed i meticci, quantunque ben riparati dietro ai ponti, cadevano l’uno dopo l’altro. Era vero che anche molti Indiani vuotavano l’arcione, capitombolando fra le erbe dove rimanevano per lo più immobili, e che anche molti cavalli stramazzavano per non più risollevarsi.

Frattanto John, aiutato dai due scorridori e dai sei o sette uomini dell’hacienda, non perdeva il suo tempo.

Aveva fatto uscire dalle scuderie i trenta cavalli che vi si trovavano, tutti bellissimi animali, scelti con cura fra i migliori che prima pascolavano liberamente nelle praterie della fattoria, e li aveva disposti su due file dietro la palizzata che guardava verso il fiume, passando attraverso i morsi dei primi quindici una robusta funicella, per impedire loro di disperdersi prontamente appena messi in libertà.

Mentre i negri tenevano ferme le due caballade, John armatosi di scure si era portato, seguito dai due scorridori, sotto il ponte che in quel momento veniva valorosamente difeso dai due figli del colonnello, ed aveva cominciato a menare colpi formidabili contro le traverse che collegavano la palizzata e contro i tronchi principali.

La cinta, indebolita dei suoi sostegni, su un tratto di una decina di metri, dopo dieci minuti cominciò ad oscillare.

Guai se in qual momento gl’Indiani fossero montati all’assalto da quella parte!... In un baleno si sarebbero trovati dentro l’hacienda senza aver bisogno di scalate.

Fortunatamente pei difensori, non avevano ancora tentato l’attacco, quantunque ormai si trovassero a pochi passi dal fossato.

Temendo di dover affrontare ancora i terribili torrenti d’olio, volevano innanzi tutto mettere fuori di combattimento il maggior numero possibile di assediati, fucilandoli a breve distanza.

John aveva terminati i suoi preparativi. Malgrado la gragnuola di palle che non cessava di abbattersi sull’hacienda, salì sul ponte e raggiunse i figli del colonnello, intorno ai quali si erano radunati gli ultimi difensori.

— Andiamo, signori!... — gridò, cercando di dominare colla sua voce poderosa il fracasso della moschetteria. — Chi rimane è perduto!... Fra un quarto d’ora quei vermi saranno qui e si prenderanno le capigliature che troveranno.

— Volete proprio tentare un’uscita, John? — chiese il giovane Devandel, guardando con angoscia sua sorella, la quale non cessava di far fuoco colla sua piccola carabina, mostrando sempre una calma più che straordinaria.

— Non ci rimane altro da fare. Guardate: non siamo ridotti che in quattordici.

— E poi, che cosa succederà?

— Correremo e li faremo correre, signor Devandel.

— E Mary?