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230 EMILIO SALGARI

— Che nessuno accorra in nostro aiuto?

— Uhm!... Verranno.... quando però? —

Ad un tratto fece un gesto.

— Che cosa volevate dire, John? — chiese il giovanotto, il quale l’aveva notato.

— Prima che io lasciassi vostro padre ho udito dire che il Governo aveva incaricato il colonnello Chivington di battere le praterie di Sand Creek, coi volontari del terzo reggimento del Colorado.

Sarà entrato in campagna o si troverà ancora al di là dell’Arkansas?

— Troppo lontano da noi, — disse il giovanotto, con un sospiro.

— Lo so, signor Devandel, ed è appunto per questo che non spero da quel colonnello nessun aiuto, quantunque il ruscello delle Sabbie non sia così lontano come voi credete.

— Sicchè dovremo cedere all’impeto delle pelli-rosse?

— L’ultima parola non è stata ancora pronunciata. Confidiamo in Dio e nel nostro spirito di resistenza.

— Voi conoscete quella donna che guidava la carica, con quel mantellone bianco? Ditemelo, John.

— No, — rispose l’indian-agent.

— Ma perchè gli Sioux hanno una donna, invece di un sakem?

— Chi lo sa? Non conosco i guerrieri della montagna.

— Eppure ho un triste presentimento, John.

— Quale, signor Devandel?

— Che quella donna abbia conosciuto mio padre.

— Non lo so, — rispose l’indian-agent.

— Voi sapete che, prima di mia madre, era stato costretto a sposare una indiana sioux.

— Non so se fosse veramente una sioux, signor Devandel. Non nego però di aver udito narrare che vostro padre avesse prima avuto per sposa una pelle-rossa, in seguito a non so quale straordinaria avventura.

— Che fosse quella che guidava la carica?

— Non lo so, signor Devandel.

— Come vi ho detto, non temo per me, bensì per mia sorella.

— Le pelli-rosse dovranno prima passare sui nostri cadaveri, e non siamo ancora morti.

— Ritenteranno però l’assalto.

— Ah!... Non so.

— Se mio padre fosse qui coi suoi volontari!... —

L’indian-agent per nascondere la sua commozione e per evitare una risposta, si era curvato sulla palizzata.

Dal fossato salivano dei rauchi gemiti. I forti guerrieri della prateria, accumulati in fondo al fossato, arsi dalla terribile doccia d’olio bollente, si agitavano ancora fra le ultime convulsioni della morte.