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192 | EMILIO SALGARI |
Hai trovato il suo cadavere nel cañon del Funerale? Io credo di no.
— Infatti non ho raccolto che quello dell’Uccello della Notte, — rispose Yalla. — Che sia caduta durante il combattimento?
— No: è viva perchè io l’ho salvata.
— Tu!...
— Ti stupisci? È vero che io sono un Corvo, io!...
— E dove si trova ora? — chiese Yalla, senza manifestare alcuna commozione.
— L’ho lasciata insieme a tre visi-pallidi che il colonnello ha mandato in soccorso dei suoi figli.
Non inquietarti per Minnehaha perchè vale te per astuzia, per audacia ed anche per crudeltà.
— Non la uccideranno?
— Non sono dei veri banditi per prendersela con una fanciulla che apparentemente sembra innocua.
— E che accoltella quando le si presenta l’occasione, — disse Yalla. — Sai che il colonnello non è ancora guarito dalla ferita che ha ricevuto da Minnehaha?
— Chi ti ha detto che nostra figlia aveva tentato di ucciderlo?
— Lui stesso.
— È grave la ferita?
— Profonda, ed i miei guerrieri devono essere riconoscenti a Minnehaha, poichè non essendo il colonnello più in grado di guidare i suoi uomini, il nostro attacco fu reso più facile.
— Quando vuoi che partiamo per sorprendere l’hacienda?
— Prima della fattoria occupiamoci dei tre visi-pallidi che tengono Minnehaha. Saranno tre rifles di meno che difenderanno i figli del colonnello.
— Io avevo pensato diversamente, tuttavia farò quello che vorrai, — rispose Nuvola Rossa. — Forse tu hai ragione più di me, quantunque Minnehaha avrebbe potuto esserci più utile nell’hacienda che con noi.
— Hug!... Una fanciulla!... — esclamò Yalla, quasi con disprezzo. — Avrà del tempo prima di raggiungere sua madre.
Dove hai lasciati i visi-pallidi?
— A quattro o cinque miglia da qui.
— Li sorprenderemo prima che si rimettano in marcia. Va’ a cercare Caldaia Nera, mettiti d’accordo con lui, scegli duecento guerrieri fra sioux ed arrapahoes, numero sufficiente per assalire ed espugnare l’hacienda, e lasciami riposare qualche ora.
È da ieri mattina che non scendo da cavallo.
— La mia squaw comanda come un sakem, — disse Nuvola Rossa con malumore.
— Forse che tutti gli Sioux non mi ubbidiscono?
— Ma io sono tuo marito, il tuo padrone. —