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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST | 191 |
Farebbe una figura migliore di quella del colonnello, poichè e più lunga e sempre nerissima come la tua. —
Yalla scrollò le spalle e per non rispondere a quella terribile domanda, fatta dall’indiano con intenzione, si mise a centellinare a sua volta l’aguardiente, dicendo:
— Fa freddo in questo wigwam, quantunque il fuoco arda. —
Nuvola Rossa la guardò maliziosamente e prima di rispondere lanciò in aria tre o quattro grosse boccate di fumo, avvolgendosi interamente in una specie di nebbia assai acre.
— Ed ora, — disse qualche minuto dopo — dov’è?
— In mia mano, — rispose Yalla.
— Nei campi degli Sioux?
— No: in un luogo sicuro però, guardato da pochi fidati guerrieri.
— Deve fare una brutta figura senza la capigliatura.
— Non lo so.
— Hug! — fece Nuvola Rossa, aumentando le aspirazioni della sua pipa. — E credi tu di conservarlo?
― Avrò sempre il mio tomahawah per finirlo, — rispose la crudele donna.
— Perchè io sono un uomo da non tollerare dei rivali, mi hai capito, Yalla? —
Un riso crudele contorse le labbra della sioux.
— Di che cosa avresti paura tu? Di un uomo scotennato? Quelle teste fanno troppo ribrezzo!... — disse — E poi fra me e lui vi è di mezzo il sangue dell’Uccello della Notte!...
— Eh, chissà!... Le donne della nostra razza hanno sempre preferito i visi-pallidi a quelli rossi, — disse il sakem.
— Tu vorresti indurmi ad ucciderlo.
— Sarebbe meglio che scomparisse per sempre, ora che lo hai ridotto in quello stato.
— Tu non conosci tutte le raffinatezze d’una vendetta lungamente pensata e lungamente attesa.
Voglio godere ancora, mio sakem. Aspetta che io abbia nelle mie mani anche i suoi figli e vedrai.
— Vorresti scotennare anche quelli?
— Non lo so, — rispose seccamente Yalla. — È un affare che riguarda me sola.
— Tu sei più crudele delle femmine dei giaguari.
— Sono una sioux.
— Lo so da molto tempo, — disse Nuvola Rossa, un po’ beffardamente. — Si dice però che anche le femmine dei giaguari si ricordino dei loro figli.
— Che cosa vorresti dire? — chiese Yalla.
— Che è un po’ di tempo che tu sei qui e che parli e che non mi hai ancora chiesto se Minnehaha, la nostra figlia, sia viva o morta.