Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
190 | EMILIO SALGARI |
— Così soffrirà anche lui.
— Chi?
— Il colonnello.
— Ah!... Non l’hai dunque finito? Credevo che tu gli avessi strappato il cuore.
— A Yalla non bastava la morte.
— Per tutti i cattivi genî della notte, sei una squaw che spaventi!... — esclamò Nuvola Rossa, il quale non aveva potuto frenare un brivido.
— Per te sono la tua squaw: per gli altri sono una guerriera — rispose Yalla orgogliosamente.
— Eri però la squaw anche del viso-pallido.
— E mi sono vendicata del suo abbandono. —
Un risolino incomprensibile agitò le labbra del Corvo.
Fra loro due vi fu un altro breve silenzio, poi Nuvola Rossa, il quale non cessava di fumare e di riattizzare il fuoco, riprese:
— Dove l’hai preso?
— Sulle ultime rocce della gola del Funerale — rispose Yalla. — Avevo giurato di vendicare il povero Uccello della Notte che egli aveva fatto fucilare...
— Ignorando probabilmente che era suo figlio — completò Nuvola Rossa.
— Non importa: era suo figlio e basta!...
— È vero che hai fatto rubare il cadavere dell’Uccello della Notte?
— Sono stata io a staccarlo dalla roccia alla quale era stato legato. Forse nessun altro avrebbe osato tanto, poichè i visi-pallidi vegliavano all’uscita del cañon.
— E dopo?
— Ho guidato i miei guerrieri alla carica ed abbiamo messo in fuga tutti gli uomini del colonnello.
— E quanti dei tuoi ne hai lasciati sul terreno? — chiese Nuvola Rossa, ironicamente.
— Io ho contato le capigliature dei visi-pallidi e non quelle dei miei guerrieri caduti nella gola, perchè erano rimaste sulle loro teste.
— E non hai risparmiato che il colonnello?
— Lui solo — rispose Yalla, con voce cupa.
— E l’hai scotennato?
— Ti ho mostrata la sua capigliatura. —
Nuvola Rossa riempì un altro bicchiere d’aguardiente e lo vuotò d’un sol fiato.
— Pel buon Manitou e per tutti i figli del Grande Spirito e dei bisonti delle praterie, tu sei una donna che fai paura! A quando la mia capigliatura?