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166 | EMILIO SALGARI |
I Chayennes, vedendoli arrabattarsi in mezzo alla fanghiglia, si erano fatti animosamente innanzi, sparando sempre qualche colpo di carabina, ma giunti sul margine della savana si erano arrestati, temendo senza dubbio anche essi di venire assorbiti dalle terribili sabbie mobili insieme alle loro cavalcature.
Furiosi di vedersi sfuggire le prede che si tenevano quasi sicuri di raggiungere e di scotennare, dopo aver invano sprecata dell’altra polvere, scesero dai loro cavalli, e accertatisi che il vento aveva girato ad oriente, ricorsero al vecchio mezzo di dar fuoco alle erbe, quantunque ben poco potessero sperare essendo la savana troppo umida.
Colonne di fumo non tardarono ad alzarsi lungo i margini della fanghiglia, poi le fiamme cominciarono a crepitare, formando delle vaste cortine le quali però non accennavano affatto ad avanzare, quantunque il vento, abbastanza forte, tentasse spingerle in direzione del gran Lago Salato.
I quattro fuggiaschi, per nulla preoccupati di quell’incendio che avvampava alle loro spalle, continuavano la loro marcia attraverso la savana, reggendo i cavalli meglio che potevano.
Di quando in quando la costa, formata da qualche buon strato di tufo o d’altro calcareo, veniva meno, ed i poveri animali affondavano pesantemente fino al ventre, rimanendo per qualche po’ immobili.
Erano quelli momenti terribili che facevano sudare freddo perfino l’indian-agent, poichè le sabbie mobili potevano trovarsi nascoste lì sotto quel velo d’acqua fangosa ed inghiottirli.
A furia di urla e di colpi di sperone, gli avventurieri riuscivano però a ricondurre i loro mustani sulla costa ed a farli nuovamente avanzare.
Intanto l’incendio si estendeva lungo i margini della savana, coprendo il cielo di fumo e di scintille, arrestandosi però sempre dinanzi al velo d’acqua.
In quanto agl’Indiani, dopo essersi affumicati per bene, erano scomparsi.
Per quattro ore gli avventurieri non cessarono di dibattersi in mezzo alla fanghiglia, poi la costa cominciò ad allargarsi, le piante perdettero il loro colore giallastro ritornando d’una splendida tinta smeraldina, quindi il suolo si rassodò quasi improvvisamente, coprendosi di immense distese di salvie e di erba menta.
Dinanzi agli avventurieri si stendeva la rolling-prairie, ossia la prateria ondulata, dove non potevano più correre alcun pericolo d’incontrare delle savane.
— Camerati!... — gridò John, con voce allegra. — Il Lago sta di fronte a noi!...
— Lo vedi? — avevano chiesto ad una voce Harry e Giorgio, i