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156 EMILIO SALGARI

serpente, non risaliresti mai più, e forse nessuno dei tre uomini bianchi chiederebbe notizie tue.

Ringrazia il buon Manitou di essere mia figlia e di essere mezza indiana e mezza Sioux. —

La depose a terra, appoggiò la testa della piccina sulle sue ginocchia e, quasi pentito di quello scatto di furore, le accarezzò i capelli, dicendo:

— Dormi: il quarto non sarà molto lontano. Approfittane, Minnehaha!... —

Poi si rannicchiò su sè stesso, coprendola quasi interamente col proprio corpo, come per ripararla dall’umidità della notte e non parlò più.

Anche Minnehaha pareva che si fosse quasi assopita.

La stagione delle pioggie era cominciata sulle praterie americane e ogni notte pioveva dirottamente; ma l’indiano, ben avvolto nella sua coperta ed abituato ai luoghi umidi ed ai lunghi agguati, non sembrava che se ne preoccupasse gran che.

Pareva che non avesse che due scopi: quello di riparare Minnehaha dalla pioggia e di tendere gli orecchi.

Ad un tratto i suoi sensi acutissimi furono scossi da un rumore lontano che forse sarebbe sfuggito perfino ad uno scorridore della prateria, che non avesse nelle sue vene sangue indiano.

— Vengono — disse a mezza voce. — Certo sono miei fratelli, perchè hanno la pelle rossa come me e come l’hanno i miei compatriotti e quelli di mia moglie!...

Ma dovrò lasciarli avvicinare e scotennare questi uomini bianchi ai quali, dopo tutto, devo qualche riconoscenza per aver salvata, sia pure loro malgrado, mia figlia?

E se fossero dei Chayennes?

Come trovare il tempo, in mezzo ad una carica furiosa, di gridare loro: Anch’io sono un pelle-rossa!... Yalla lo tenterebbe forse, ma Yalla incarna lo Spirito del male. —

Tese nuovamente gli orecchi ed ascoltò a lungo.

— Sì, vengono — disse poi — e devono essere i Chayennes e non gli Sioux.

Salviamo innanzi tutto mia figlia e con lei salviamo pure, per ora, i visi-pallidi.

Si sbarazzò della coperta sotto la quale aveva tenuto fino a quel momento nascosta la batteria della carabina, perchè la pioggia non bagnasse la capsula, e con un braccio alzò Minnehaha.

La piccola indiana, strappata bruscamente dal suo sonno profondo, aprì i suoi occhi nerissimi e sempre sospettosi e li fissò sul padre.

— Il quarto sarebbe già finito? — chiese Minnehaha, con malumore.

— È il momento di riprendere la corsa — rispose Nuvola Rossa.