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150 EMILIO SALGARI

— Lo so, camerata, — rispose il gigante. — Eppure non ne vedo alcuno intorno al pozzo della miniera.

— Che siano occupati a dare la caccia ai nostri cavalli? — chiese Giorgio.

— A quest’ora li avranno uccisi o catturati.

— Lo credi, John? E noi come faremo a raggiungere il grande Lago Salato? A piedi no, di certo.

— Convengo che sarebbe una vera pazzia, — rispose il gigante. — Nessuno di noi vi giungerebbe vivo con tutti gl’Indiani che sono in armi e che battono la prateria.

Dovremo procurarcene degli altri ed appunto perciò vi ho raccomandato di conservare i lazos, che in questo momento possono diventare più preziosi dei nostri rifles.

Orsù, scendiamo verso la miniera e andiamo a prendere le sella e le bardature dei cavalli, se le troveremo ancora.

— E cerchiamo di porre qualche cosa sotto i denti, — disse Giorgio. — Io muoio di fame.

Lascia almeno che ci procuriamo dei volatili.

— Ma se gl’Indiani non sono lontani, si allarmeranno, — rispose John.

— Eppure così la non può durare, — disse Harry. — Sono quarantott’ore e forse più che i nostri ventri brontolano e le forze cominciano ad andarsene.

— Dopo tutto avete ragione: fate pure. Se i Chayennes ricompariranno, ci rifugeremo sui più alti picchi della sierra. —

Si erano rimessi in cammino, scendendo abbastanza rapidamente le piattaforme.

I due scorridori ed anche Nuvola Rossa non avevano però tardato ad approfittare del permesso accordato dall’indian-agent, colpendo, con grande maestria, parecchi galli di montagna ed anche alcuni di quei magnifici e squisitissimi volatili chiamati dagli Indiani wakon, ricercatissimi dai buongustai.

Due ore dopo, i quattro avventurieri e la piccola Indiana giungevano sulla spianata dove si trovavano il pozzo e gli antichi depositi di carbone.

Delle pelli-rosse non vi erano più tracce. Probabilmente si erano stancati di attendere la ricomparsa degli uomini bianchi ed avevano preferito riprendere le loro sanguinose scorrerie attraverso la prateria.

Nemmeno i cumuli di carbone erano stati rovistati, sicchè le selle e le bardature erano sfuggite alle loro ricerche, con grande soddisfazione degli avventurieri, poichè, pur essendo abilissimi cavalieri, preferivano galoppare alla moda europea e non già all’indiana.

Ritiratisi sotto una tettoia, che le ingiurie del tempo avevano un po’ risparmiata, si accamparono per prepararsi la colazione tanto