Pagina:Sulle frontiere del Far-West.djvu/132

128 EMILIO SALGARI

di quando in quando, i suoi dentini candidi come quelli d’un giovane cane della prateria.

Intanto il livello delle acque non cessava di alzarsi e con una rapidità inquietante.

Non avendo nessun sfogo, il Mar Morto era costretto ad accogliere nel suo seno tutti gli scoli della miniera, diventati torrentacci in causa dell’uragano che si era scatenato nella prateria.

Da tutte le parti l’acqua precipitava scrosciando; perfino dalle vôlte cadevano dei larghi zampilli, i quali rumoreggiavano stranamente nella caduta.

Le rocce, che circondavano lo stagno, si coprivano a vista d’occhio. La riva che si trovava dinanzi alla galleria della miniera era ormai scomparsa.

Se l’uragano non cessava al più presto, la caverna correva il pericolo di venire interamente sommersa.

I quattro disgraziati e la piccola indiana, stretti gli uni contro gli altri e continuamente bagnati dai goccioloni che filtravano anche sopra di loro, guardavano con terrore l’incessante alzarsi delle acque, domandandosi in cuor loro, angosciosamente, come sarebbe finita quell’avventura.

Morire in faccia al sole, in un combattimento sanguinoso, fra il verde della prateria, fra l’ebbrezza che dà la polvere, è una bella morte; finire sottoterra, fra l’oscurità, fra i detriti del carbone, senza poter lottare, senza nulla poter tentare, non garbava nemmeno alla piccola e battagliera Minnehaha. Per più di un’ora John ed i due scorridori della prateria, di solito così ciarlieri, non scambiarono una parola. Erano tutti troppo assorti nell’osservare le acque ed anche, dobbiamo dirlo, troppo spaventati, per osare di comunicarsi i loro pensieri.

Fu Nuvola Rossa che pel primo ruppe quel lunghissimo silenzio.

— Non vi pare che si cominci a soffocare? ― chiese, dopo aver cercato senza riuscirvi, di empire per bene i suoi larghi polmoni.

— Ma sì, ― disse Harry. ― È già da un po’ che il mio petto funziona male.

Che sia il grisou, John?

— No, — rispose l’indian-agent.

— Ed allora come spieghi la cosa? —

Il gigante esitava a parlare.

— Di’ qualche cosa, camerata, — insistette Harry.

— Guarda la lampada, ― rispose finalmente John. — La sua luce è brillante come prima?

— Comincierebbe a mancare l’olio, forse?

— Ne abbiamo ancora per un paio d’ore e più.

— To’!... — disse in quell’istante Giorgio. ― Si direbbe che anche la lampada respira male come noi.