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122 | EMILIO SALGARI |
L’indian-agent, che teneva la lampada più piena, seguì fin che potè la riva, poi essendosi trovato dinanzi ad una enorme roccia che intercettava ogni passaggio, scese lentamente nello stagno, per non bagnare il suo rifle e le polveri.
Gli altri lo avevano subito seguito, spaventati da tutti quei fragori che aumentavano d’intensità.
Ultimo veniva Nuvola Rossa, che portava sulle robuste spalle Minnehaha.
—L’indiano, abituato ad attraversare i fiumi immensi che solcano le sconfinate pianure dell’America centrale del Nord, non pareva che si trovasse molto imbarazzato a portare anche sua figlia oltre il suo bagaglio.
John, tenendo ben alta la lampada di sicurezza, si avanzava rapidamente, seguìto da Giorgio e a breve distanza da Harry che reggeva il secondo lume per far luce al gambusino.
Le acque di quello stagno, forse profondissimo, erano estremamente fredde ed impregnate di polvere carbonifera che i torrenti continuamente trascinavano nel loro corso.
Fortunatamente soltanto alla superficie le acque erano alquanto agitate; guai per i disgraziati se si fossero formate delle forti ondate! Avrebbero corso il pericolo di rimanere all’oscuro, senza sapere poi dove approdare.
La traversata durò una ventina di minuti, sempre fra un tuonare continuo ed un rombare pauroso; poi, finalmente, John pervenne a toccare la riva opposta che pareva fosse a intervalli spazzata da qualche folata di vento.
— È finito il bagno? — chiese Harry, dopo aver aiutato Nuvola Rossa a salire e averlo sbarazzato di Minnehaha.
— Spero di aver preso terra non lungi dal passaggio che deve condurre sull’orlo dell’abisso — rispose John. — Sento il vento che mi soffia sul viso.
— Sono bagnate le vostre armi?
— No, — dissero ad una voce i due scorridori della prateria e Nuvola Rossa.
— Vediamo allora se possiamo subito lasciare questa caverna che pare abbia un gran desiderio di empirsi.
— Come siamo magnifici!... — esclamò Harry, il quale aveva abbassata la lampada. — Si direbbe che abbiamo preso un bagno dentro una vasca piena d’inchiostro.
— Sembriamo quattro negri, — aggiunse Giorgio. — Se gl’Indiani ci incontrassero, scapperebbero senza sparare un colpo di carabina.
— Non scherzate, camerati, — disse John. — Il momento non sarebbe troppo bene scelto.
— Dopo tutto non hai torto, amico, — rispose Harry. — Puoi