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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 121

— Come ti ho detto sono le acque che precipitano attraverso la miniera e che finiranno per riversarsi qui.

— Ed allora? Siamo forse condannati ad affogare qui?

— Mah!... — rispose John, incrociando le braccia.

— Vuoi che accenda una torcia per vederci un po’ di più? — chiese Giorgio.

— Guai a te: sotto le vôlte di questa caverna deve esservi del grisou e non ho alcuna voglia di saltare in aria.

— Che cosa si fa dunque? — domandò il gambusino, il quale cominciava ad impazientirsi. — Attraversiamo sì o no questo stagno?

— Se voi avete fretta, accomodatevi pure — rispose John. — Se anche vi trovaste sull’altra riva credereste di sfuggire alla piena che ci minaccia?

È vero peraltro che il passaggio che deve guidarci fuori dalla miniera si trova da quella parte.

— Allora cerchiamo di raggiungerlo subito — disse Harry.

— E poi?

— E poi saliremo.

— E chi ti assicura che le acque non scenderanno da quel passaggio? Io che l’ho percorso più di una volta so che ha una fortissima pendenza, verso l’alto però.

— Tentiamo, John. Non restiamo qui inoperosi ad aspettare che le acque ci sommergano e che il grisou ci giuochi qualche brutto tiro.

— Siete tutti buoni nuotatori?

— Io e mio fratello sì.

— E voi, gambusino?

— Anch’io — rispose Nuvola Rossa.

— Mi garantite di non perdere nè le armi, nè le munizioni? Un uomo senza il rifle è un uomo morto nella prateria.

— Ti promettiamo tutto quello che vuoi, purchè tu ci faccia raggiungere quel passaggio — soggiunse Harry.

— Andiamo dunque, e facciamo presto.

I quattro uomini gettarono dentro i loro sacchi da viaggio, le vesti e le scarpe, si legarono attorno al collo i fucili, le munizioni e le torce d’ocote, accesero la seconda lampada di sicurezza e scesero verso lo stagno tenebroso, le cui acque, agitatissime, salivano a vista d’occhio.

Da tutte le parti, anche dalla galleria che i fuggiaschi avevano poco prima percorsa, precipitavano torrentacci d’acque nere, saturi di polvere di carbone e producevano, nel rovesciarsi nel Mar Morto, un tal fragore da impedire talvolta a John e ad Harry di poter udire ciò che si dicevano.

Di quando in quando poi si univa anche il rumoreggiare del tuono, ed allora pareva che la vôlta intera di quella parte della miniera dovesse crollare.