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da essere troppo facilmente mal compreso e da incorrere così in
quei pericoli che avvertii nell’introduzione.
La materia non si presta ad essere trattata dogmaticamente; gli esempi esposti ci possono servire di guida o di lezione secondo la loro natura; ma ogni caso che si presenta vuol essere studiato con criterii proprii.
Sarebbe difatti ozioso, per esempio, l’invocare il fatto esposto al § V di certe vie Svedesi esercitate con L. 2000 a L. 2500 al chilometro per conchiudere che anche noi possiamo far linee che si possano esercitare con si modica somma; il fatto esposto sta; anzi da nuovi ragguagli, ora appunto ricevuti dalla cortesia del prelodato Ing. Capo Sig. Phil, rilevo che anche le linee Norvegesi da Hamar ad Elverum, e da Trondhjem a Storen, ampiamente descritte nella mia prima relazione, costarono nell’esercizio del 1869 rispettivamente L. 2575 e L. 3316 al chilometro, con due treni al giorno, e la stessa linea di Dramman, con tre convogli giornalieri, non costò che L. 2784; ma io devo riferirmi all’accennata relazione per tutte le cause che concorrono a questi risultati, che, esposti senza di quelle, possono indurre in errore; noto del resto che su queste tre ultime linee l’introito non fu che di L. 3219, L. 3412 e L. 4119 al chilometro rispettivamente, dal che si vede che l’interesse sul capitale speso è pressoché nullo, ed è solo per l’interesse generale del paese che il Governo Norvegese mantiene, ed anzi pensa seriamente ad estendere queste linee, attenendosi allo scartamento ridotto appunto onde la perdita riesca la minima possibile.
Assieme ai fatti, inoltre, ho pure esposto le opinioni di alcuni fra i più distinti ingegneri del mondo; e, queste non essendo concordi, non voglio io certamente farmi giudice fra cotanto senno.
Invece adunque di sentenziare con delle conclusioni, d’altronde perfettamente inutili, perchè ognuno che ha criterio può formarsele da sé, impiegherò questo capitolo finale nell’esporre sull’argomento alcune altre considerazioni, terminando con alcuni dati di confronto sulle diverse specie di materiale che ho descritto, e procurando di trarne qualche utile precetto.
Abbiamo visto col fatto come niuno ormai disprezza l’economia che deriva certamente, in ogni caso, dalla riduzione dello scartamento, ogni volta che per ispeciali circostanze essa non é assorbita dalle spese di trasbordo. Non giova il dire che può farsi molto economicamente anche una linea a larghezza ordi-