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una linea di tanto traffico avrebbe dovuto riescire assai proficua anziché passiva. In questi ultimi due o tre anni l’introito crebbe di circa L. 10 mila al chilom. e si ebbe un interesse di qualche poco oltre al 4 per cento; ma intanto il deficit supera ancora ogni anno un milione di lire, e questi risultati produssero necessariamente una reazione, e pertanto, essendo ormai pregiudicata la questione dello scartamento, almeno per le linee principali occorrenti al compimento della rete, queste vennero da alcuni anni costrutte in modo più economico. L’esperienza avendo dimostrato che le lungherine longitudinali sotto le traverse in quel clima caldo si contorcevano e rendevano costosa la manutenzione, queste dovettero sulle linee già costrutte surrogarsi con traversine su cui le rotaie poggiano coll’intermedio dei cuscinetti; ma nelle nuove linee si cambiò sistema e si adottò una rotaia di 20 chilogr., sistema Vignole; si ridusse a 0m,225 l’altezza della massicciata sotto le traverse, si progettò un materiale mobile corrispondentemente leggiero, le stazioni furono costrutte senza lusso o superfluità, e così due tronchi della complessiva lunghezza di 152 chilom. eseguiti a questo modo vennero a costare L. 80000 al chilom., compreso il materiale mobile: una di queste linee è per ora esercitata a cavalli; ma può benissimo portare una locomotiva che non abbia più di 3 o 4 tonnellate per asse, come la porta l’altra delle due linee fatta allo stesso modo.

Inoltre si fece una linea di diramazione di 50 chilometri collo scartamento ridotto ad 1m,067 ed essa costò so]e L. 50000 al chilom.; però corre per un terreno eccezionalmente favorevole.

Per queste ferrovie fu proposta, ma non venne adottata, la locomotiva Fairlie. Per la gentilezza di un funzionario superiore del Governo ho sott’occhio una copia del rapporto fatto da distinti ingegneri, i quali, interpellati dalla Amministrazione, conchiusero pel rifiuto di queste macchine colle seguenti parole: «non è a nostra conoscenza che la macchina Fairlie sia in esercizio ordinario con buon successo in nessun paese; il principio su cui si fonda richiede dei congegni non bene adatti agli usi cui le locomotive nei traffico ordinario sono inevitabilmente esposte»; queste parole erano scritte nel gennaio 1809; l’esperienza di Festiniog, fatta posteriormente, verrebbe forse ad infirmare la prima parte di queste conclusioni.

Queste ferrovie economiche sono opera dell’Ingegnere Capo Sig. Mais; il quale in seguito, per ordine del vicino Governo dell’Australia del Sud, (dove non si hanno ancora che circa 150 chilom.