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Secondo l’autore dell’opuscolo P essa attraverserebbe ancora la catena delle Madonie.

Secondo questo scrittore, la linea delle Due Imere seguirebbe l’antica linea postale per Caltanissetta. Ora l’antica linea postale da Caltanissetta a Palermo attraversa la catena sopracitata a Castellaccio, passa per Barlarigo, Vallelunga, dirigendosi a Palermo.

Tutlo ciò prova quale valore abbia la critica da lui mossa all’Ispettore Marsano.

Chi vide prima di tutti l’utilità di esaminare le Imere per il tracciato della ferrovia Palermo-Catania, fu il distinto e compianto Ingegnere Emmanuele Carosio, ed allorchè ebbi la fortuna di conoscerlo, fui contento di trovarmi d’accordo su questa questione con un ingegnere così autorevole. Aveva egli fatti gli studi di massima della ferrovia nella valle del Torto, ecc. per Vallelunga (linea additata da principio a Marsano dagli ingegneri locali e da questi in parte studiata, come progetto di massima nel 1860). Essendo giunto coi suoi lavori di campagna tra Vallelunga e Caltanissetta salì sul monte Catuso e scrisse a Marzano che aveva di là visto lo sviluppo di due valli che meritavano di essere percorse ed esaminate per il tracciato della ferrovia, ed allorchè, essendo egli ammalato, gli lessi la relazione soprariferita mi mostrò la lettera ed i documenti che a questo riguardo ancora conservava.

Gl’Ingegneri locali consultati da Marsano lo distolsero da questo concetto, come risulta da un’altra lettera scritta a Marsano da Carosio.

Nè si possono incolpare gli ingegneri locali di avere allora disapprovato l’idea dell’Ingegnere Carosio.

L’unica carta dell’Isola allora esistente era la Carta Generale della Sicilia incisa nell’ufficio topografico di Napoli, e ricavata dai lavori di Guglielmo Smith capitano della Marina Britannica.

Tale carta buonissima per le coste è molto inesatta per l’interno dell’Isola e disgraziatamente la regione, che dovrebbe essere attraversata dalla linea delle Due lmere, vi è rappresentata in modo da escludere qualunque idea sulla possibilità di una ferrovia.