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66 | Sulla venuta in Italia |
mattina dei 16 si portò il secretario alla casa de gl’Illust. Sigg. Grimani Calergi, dove alloggiavano et fatto capo col cameriere maggiore per adempir gli ufficii dopo d’haver atteso che l’Arciduca finisse di vestirsi, fu introdotto da S. A. che con espressioni cortesi et di doverne conservar perpetua memoria gradì le dimostrationi di stima. Non si passò ad altra visita dalli Eccell. Sigg. Savio del Consiglio e di terraferma, come si accostuma in casi simili, per haver replicatamente l’Arciduca detto, che pregava la Repubblica di non farlo, ma lasciargli godere l’intiera libertà. Dal Magistrato alle Rason vecchie in ordine a pubblici decreti furono spesi ducati 600, buona valuta, in tanti rinfreschi che sopra abbondanti bacili gli furono inviati. Essendosi l’Arciduchessa lasciata intender che havrebbe goduto in veder una festa di gentildonne; il che riferito dagli Illustri Sigg. Grimani nebbero facoltà da proprj magistrati di poterne convitar quel numero che fosse stato sufficiente, come fu eseguito con grande sodisfatione delle loro Altezze, quali trattenutesi con somma libertà e piacere, portandosi in ogni luogo a vedere tutte le cose più cospicue della città, se ne partirono la mattina del 21 corrente, prendendo la via di Treviso, per ritornarsene alla patria loro. Lasciarono una collana di ducati 150 in circa al figliuolo del Cardinale Maggiordomo della Serenissima Signoria et 100 ongari, 50, per quelli dell’Arsenale et 50 alli Offitiali alle Rason vecchie».
Cerimoniale III — R. Arch. di Stato in Venezia