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degli Arciduchi d’Austria Conti del Tirolo 49

a piedi senza arme, che gareggiavano di fare passare oltre allo opposto termine un mediocre pallone a vento a fine d’honore... Dal calcio fu nominato, il quale solo oltre al pugno può far passare la palla sopra lo steccato... I giuocatori devono essere in tutto cinquantaquattro... belli et bene armonizzati, nobili et di buona fama... graziosi con habiti belli et leggiadri, avendo dintorno a vedergli le più vaghe Dame et principali Gentilhuomini della città... La corsa, il salto, la lotta, il pugilato, il nuoto, il cavallo, la scherma non sono che gli elementi, i principij, l’antipasto del giuoco del calcio, al cui confronto tutti gli altri giuochi (dice l’autore) non sono che battaglie da scherzo, poichè in questo si esige velocità de piedi, destrezza del lottare, saltare et il pugno, ecc.1»

Sotto il giorno 26 il diario non ha che questa nota «La Granduchessa Vittoria ha un po’ di febbre e si leva del sangue» e nel 27 che «gli Arciduchi visitano la fortezza da basso.»

  1. Chi desiderasse più estese notizie sul giuoco del calcio fiorentino, anticamente detto Harpastum, può cercarne alla Nazionale a Firenze nel — Gaetani «Discorso sul giuoco del Calcio Fiorentino. Firenze, Giunti, 1615» — nel Gio. Batt. Ferrari «Florentium Harpastum, sive Calcis ludus. Senis, 1652» — nelle «Memorie del Calcio Fiorent. Firenze, 1688» — e nell’Aubert Andrea «Discorso sul Giuoco del Calcio Fior.» Livorno, 1766.»