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bria col dirigere l’ultimo tronco della dorsale S. Arcangelo da Serra S. Abbondio, anziché a Fabriano, direttamente per la Scheggia a Fossato, chiedendo al Governo l’approvazione della variante.

Ma prima di entrare su questo argomento, che sembra nuovo, ma è tanto vecchio che rimonta all’epoca dei primi studi ferroviari nelle Marche, è necessaria un po’ di storia. Mi raccontava il Vescovo Monsig. Zampetti che trovandosi a Roma nelle segrete cose del Conclave, quando fu eletto Pio IX, l’Ambasciatore Francese, l’Illustre Pellegrino Rossi, vittima di un insensato e selvaggio fanatismo politico, si servì di Lui per raccomandare furtivamente al Cardinale Mastai, che nel Conclave non parlasse, né di amnistia, né di ferrovie, poiché tali concessioni irritavano l’Austria, e gli toglierebbero il favore dei Cardinali. Mastai non fiatò; ma eletto Papa il suo primo atto fu l’amnistia, ed il secondo la promessa di un premio di una medaglia d’oro di scudi Romani mille, all’autore del migliore progetto pel valico degli appennini ad una ferrovia dall’Adriatico a Foligno. Fra i concorrenti vi era l’ingegnere Gambini di Arcevia che abitava meco in Roma. Ricordo che quel venerando scienziato, entusiasta pel suo progetto, mi diceva; potranno fare tecnicamente un lavoro migliore del mio, ma il percorso che io ho trovato è unico.

E di fatti egli proponeva servirsi dell’unico varco naturale che ha in tutta la sua estensione