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tensione di ferrovie, quanto l’Europa tutta insieme. I liberi paesi di Inghilterra, Francia, Belgio, e Piemonte, con una popolazione di settantatrè millioni, avevano quasi ventun mila chilometri di strade ferrate; tutto il resto d’Europa, con una popolazione tre o quattro volte più numerosa, ne aveva meno di tredici mila chilometri.

Voi pertanto scorgete, o Signori, che la libertà e l’industria delle nazioni si danno scambievolmente la mano. Ben so che non è argomento logico il dire: con ciò, o dopo ciò, dunque a cagione di ciò, allorchè la correlazione non si verifica che in un caso isolato. Ma quando la concomitanza riproducesi in un gran numero di casi, ed in circostanze svariatissime, una filosofica induzione ha diritto di inferirne che quella concomitanza non è accidentale. Ora voi vedete nei tempi antichi, presso i liberi Fenicj, presso i liberi Cartaginesi, presso i liberi Greci, presso i liberi Etruschi, presso i liberi Romani fiorire il commercio e l’industria: estinguersi questa allo spirare dell’indipendenza. Nei tempi moderni vedete riprodursi lo stesso fatto fra l’Italiani anche più chiaramente: l’industria e la libertà rinascere quasi ad un parto nel secolo duodecimo, insieme tramontare nel decimosesto, insieme risorgere ancora nel decimonono. Vi si para innanzi lo stesso parallelismo in Isvizzera, nelle città Anseatiche, nell’Olanda, nel Belgio, in Inghilterra, in America, in Francia.

Nasce spontanea un’objezione, che non debbo passar sotto silenzio. Tu hai pur toccato, potrebbe altri dirmi, dell’industria degli Egizj, degli Assirj, ossia Babilonesi e Niniviti, e dei Cinesi. Ora questi popoli non sono eglino e non furono retti dispoticamente? Anche l’Austria è contrada di dispotismo, e lo fu sino a poco tempo fa la Prussia: eppure non fiorisce egli in questi paesi una rispettabile industria? A voler rispondere mi conviene far qui una distinzione. Quando io affermo la libertà e l’industria ajutarsi e sostenersi a vicenda, non intendo io già che elleno dipendano esclusivamente una dall’altra, e non ancora da molte altre condizioni. Se io diressi, a cagion d’esempio, che l’irrigazione influisce nel prodotto dei prati, direi cosa verissima: ma non ne seguirebbe già, che essere non vi potesse irrigazione senz’erba, od erba senza irrigazione. Molto meno pretendo che, all’istante preciso che spunta o cade la libertà, nasca o muoja l’industria, o viceversa. Le grandi