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dì d’oggi vive in Verona una signora la quale, avendo preso (e fu per mero accidente) dieciotto grani di opio dormì di seguito quarantott’ore.

(4) Il Monumento di Giulietta e Romeo, garantito per quel medesimo da una tradizione costante sino al tempo del Dalla Corte, e dal Secolo XV sino a noi, esiste tuttora. Egli consiste in una cassa antica di marmo de’ monti Veronesi senza ornamento veruno (ed ora anche senza coperchio) alta al di fuori centim. 70, incavata al di dentro 45, della grossezza nelle pareti di 13, larga internamente 66, e lunga al di fuori metri 2, centim. 26. Al di dentro vi si osserva scavato un basso capezzale con incavamento per collocarvi la testa di una sola persona. Li due buchi poi, uno vicino al luogo del capo nella parete sinistra, e l’altro nella parete vicina ai piedi si vedono fatti a traverso la pietra senza diligenza veruna, e quasi all’infretta. Il Dalla Corte scrive, che quest’arca (la quale adesso è già posta sotto la tutela municipale) egli la vide servire per lavello al pozzo delle Franceschine. — Ciò posto; li due buchi non potevano abbisognare a quella cassa usata come lavello, od al più bastava uno solo per poterla far netta di tanto in tanto; ed anche in tal caso il buco avrebbe dovuto essere stato fatto con qualche diligenza, per poterlo chiudere e aprire secondo il bisogno. Checchè siane, per me credo probabile, che quei due fori abbiano potuto essere stati necessari all’operazione di Fra Lorenzo, e certo, dove quelli si escludano, bisognerà credere che Fra