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Dalla Corte, ed il modo di usarne, la terza cosa da notare è, che o parlisi del silenzio degli scrittori prima di lui, o di quello d’altri che gli vennero dopo, le ragioni si trovano manifeste, o per attribuir questo all’indole delle opere loro, o per accagionarli di colpa assoluta nell’aver trascurato le memorie del tempo antico. Così, a cagione d’esempio il Saraina (Ver., per il Discepolo, 1586) trattò delle cose e fatti pubblici del Governo di Verona al tempo della famiglia Scaligera, e tacque di Giulia, la quale non entrava nel suo argomento. Il cronista Zagatta del secolo XV (Ver., Ramanzini, 1745), non fu che annotatore di patrie memorie, ma con infinite mancanze, e quasi per soli cenni, onde fu mestieri che lo supplisse ad ogni tratto il Biancolini, quello stesso cui dobbiamo le diligenti memorie sulle Chiese veronesi. Arrivato il Biancolini all’anno 1303, paragonò il suo Zagatta con lo storico Dalla Corte, e mentre gli parve necessario supplirlo pel fatto di Giulietta e Romeo,