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70 S. MOTTURA

i silicati coi quali trovasi in contatto, rende libera una certa quantità di silice che può essere segregata da infusorii e formare così un deposito di tripoli. Il monosolfuro di calcio venendo più tardi in soluzione nelle acque dei laghi, genera in presenza dell’ossigeno e dell’acido carbonico atmosferico un minerale di zolfo il quale, se non è unito a materie estranee, deve altresì presentare in media una ricchezza del 24 per %.

Il minerale di zolfo pare che si debba attribuire in parte alle sorgenti contenenti in soluzione bicarbonato di calce ed acido solfidrico, in parte alle sorgenti di monosolfuro di calcio. Alcune di queste sorgenti assunsero il carattere di maccalube, e presentarono gli stessi fenomeni che queste presentano allorquando le loro emanazioni sono accompagnate dall’acido solfidrico: altre sorgenti invece furono in tutto analoghe a quelle dei Bagni Saraceni presso Villafrati e di San Calogero presso Sciacca.

Il minerale, allorchè si trovò in presenza degli agenti atmosferici, passò allo stato di briscale o di solfato di calce. Dalla potenza, dalla struttura, dalla pufezza del briscale si può quindi argomentare alla potenza, alla natura ed alla ricchezza del minerale. I gessi dell’epoca solfifera provengono in parte dal solfato di calce contenuto in soluzione nelle acque delle sorgenti solfuree, in parte dall’ossidazione dello zolfo in presenza del calcare e degli agenti atmosferici, come il briscale. Una parte notevolissima del minerale di zolfo ritornò quindi nell’epoca solfifera e nelle epoche posteriori al suo stato primitivo di solfato di calce. La quantità di zolfo salvata da questa ossidazione rappresenta probabilmente nemmeno un 1/5 della quantità che allo stato di monosolfuro o di acido solfidrico fu portata dalle sorgenti in soluzione nei laghi miocenici.

La quantità di zolfo esistente attualmente in Sicilia si può calcolare in 260 milioni di quintali metrici, tenuto calcolo delle solfare che si potranno probabilmente ancora scoprire.

La formazione inferiormente allo zolfo di banchi potenti di tripoli è dovuta alla presenza nei laghi miocenici di una grande quantità di materie organiche in scomposizione, alla presenza di una grande quantità di silice in uno stato di divisione quasi chimico, proveniente in parte dalle sostanze organiche suddette, in parte dall’azione dell’acido carbonico prodotto dalla scomposizione di queste sostanze sui silicati in presenza dell’acqua, ed infine dalla riidda che si trova in abbondanza nei terreni del miocene inferiore e che ha fornito agli infusorii la massa principale del materiale per la formazione delle loro spoglie.

3° I depositi solfiferi della Sicilia, e probabilissimamente quelli delle Romagne, provengono dalla riduzione dei gessi marini esistenti nel miocene inferiore. Sia nella prima che nella seconda regione, come altresì in altri punti della catena degli Apennini, si debbono quindi distinguere nel terreno terziario due formazioni gessose. La più antica appartiene al miocene inferiore (eocene superiore) ed è originata dall’evaporazione delle acque marine. Questa è associata a molte sostanze organiche, a bitumi, a petrolii, a marne ed argille che ne mascherano quasi completamente l’esistenza. La formazione più recente è lacustre, appartiene al miocene superiore, ed è stata prodotta a spese della formazione precedente.

4° I depositi di scisti bituminosi e di petrolio esistenti nel miocene inferiore, corri-