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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA 61


Si può quindi ammettere che la riduzione dei gessi del miocene inferiore potè verificarsi in larga scala anche senza un’elevazione di temperatura tale da trasformare in anidrite il solfato di calce, e che questa riduzione potè avere luogo in presenza dell’acqua con formazione di acido solfidrico e di carbonato di calce.

La riduzione del solfato di calce per mezzo delle sostanze organiche succede facilmente se queste sostanze sono in scomposizione. Lo sviluppo del gaz delle paludi dai laghi di Tivoli, dalle acque di Santa Venera e da altre innumerevoli sorgenti solfuree dimostra che in queste acque si trovano in scomposizione sostanze organiche. Questa scomposizione doveva nelF epoca solfifera verificarsi in grandi proporzioni, e doveva in conseguenza avere luogo anche in grande proporzione la riduzione dei gessi associati ai depositi delle fucoidi. Nella scomposizione delle sostanze organiche si ha sempre uno sviluppo di calore: questo calore è quindi causa almeno parziale dell’elevazione di temperatura che si osserva in molte sorgenti solfuree. Nella riduzione del solfato di calce si ha, è vero, un assorbimento di calorico, ma questo assorbimento è compensato dal calore prodotto dall’ossidazione delle sostanze organiche sopraccennate.

Nella Memoria si legge che «eccettuata la regione orientale dell’isola verso Raddusa e Centorbi ed i basalti di Cattolica (località solfifere), non furono ancora incontrate rocce vulcaniche in posizione primitiva nella zona principale del miocene superiore.» Invece delle parole verso Raddusa e Centorbi si dovrebbe leggere al di là di Centorbi. Nei dintorni di Raddusa non si incontrano rocce vulcaniche in posizione normale, ma solo pezzi e massi erranti come in varie altre località della zona solfifera.

6° La formazione dei banchi di tripoli inferiormente al minerale di zolfo, qualora debba venire considerata come una conseguenza dell’azione dell’acido carbonico prodotto dalla riduzione dei solfati per mezzo delle sostanze organiche sulle argille, e della successiva liberazione della silice che fu segregata dagli infusorii, serve a dimostrare chiaramente che la riduzione dei solfati ebbe luogo molto tempo prima dell’apparizione delle sorgenti solfuree, che il monosolfuro di calcio non venne scomposto allo stato nascente e che passò quindi più tardi in soluzione nelle acque che lo portarono nei laghi solfiferi.Un’obbiezione molto seria sorge ora contro questa ipotesi. Se le emanazioni di acido carbonico originato dalla riduzione dei solfati penetravano nelle acque dei laghi, queste acque avrebbero dovuto alla loro volta penetrare a traverso le fessure ed i meati percorsi dall’acido carbonico fino alT incontro dei solfati in istato di riduzione. In questo caso la riduzione avrebbe avuto luogo in presenza dell’acqua, il monosolfuro di calcio si sarebbe scomposto allo stato nascente con produzione di carbonato di calce e di acido solfidrico, la riduzione suddetta si. dovrebbe considerare come un fatto contemporaneo dell’apparizióne delle sorgenti solfuree nei laghi del miocene superiore, ed i banchi di tripoli dovrebbero essere contemporanei della formazione dello zolfo.

Se si ammette quindi che le sorgenti contenevano in soluzione bicarbonato di calce ed acido solfidrico, devesi ammettere altresì che la causa principale determinante la formazione dei banchi di tripoli non è la citata azione dell’acido carbonico sulle argille e marne del miocene inferiore.