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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA 57


della conservazione perfetta del legno fossile e delle foglie nelle solfare siciliane, qualora la loro origine sia dovuta ad emanazioni di bicarbonato di calce e di acido solfidrico.

4° Ho osservato nella Memoria che la struttura della solata e la maggior parte dei fatti che si osservano nelle solfare, si possono spiegare colle emanazioni di acido solfidrico o di bicarbonato di calce in modo pressoché analogo a quello con cui si spiegano questi fenomeni nell’ipotesi di emanazioni di monosolfuro di calcio. Ripeterò quindi quanto ho detto nello scritto precedente sulla genesi della solata per mezzo della scomposizione del monosolfuro di calcio, applicandovi l’ipotesi che le sorgenti solfuree contenessero in soluzione acido solfidrico e bicarbonato di calce.

La varietà di minerale chiamata solata, è interessante per il periodo costante che si osserva nella serie degli straterelli di zolfo e di calcare. Questo periodo dimostra un’azione periodica nelle cause che presiedettero alla formazione del minerale di zolfo. L’ipotesi dell’esistenza di sorgenti intermittenti alimentate dalle acque piovane, che, penetrando a traverso i terreni inferiori, venivano a sciogliere gli elementi che servirono alla formazione del minerale, è in armonia perfetta col fatto sovraccennato. Se le sorgenti non sono intermittenti ma continue, se cioè non cessano per comparire di nuovo, il minerale presenta una struttura irregolare, poiché in tal caso la scomposizione del bicarbonato di calce e dell’acido solfidrico succede contemporaneamente ed in modo continuo, e quindi lo zolfo ed il calcare restano mischiati in modo uniforme. Se invece le sorgenti sono intermittenti ed il tempo trascorso tra una emanazione e l’altra è abbastanza lungo, perchè gli elementi suddetti possano scomporsi totalmente, il minerale deve presentare la struttura della solata, poiché la scomposizione del bicarbonato di calce e dell’acido solfidrico non procede con eguale rapidità nelle loro equivalenti chimiche proporzioni ed i precipitati prodotti da questa scomposizione non possono in conseguenza essere mischiati in modo uniforme, ma debbono almeno in gran parte sovrapporsi l’uno all’altro. A questo si aggiunga che il carbonato di calce si precipita rapidamente, mentre lo zolfo prodotto dalla scomposizione dell’acido solfidrico resta per un tempo lunghissimo in sospensione nelle acque e non si depone che lentissimamente.

Se le sorgenti minerali sono intermittenti, ogni periodo di attività di queste sorgenti è rappresentato da uno straterello di calcare, povero di zolfo, e da uno straterello di zolfo, e si ha quindi la solata in cui il periodo consta di due termini rappresentata col tipo P. La solata rappresentata nel tipo Q in cui il periodo consta di tre termini, cioè di uno straterello di calcare compatto, di uno straterello di zolfo ed infine di uno straticello di calcare bianco cristallino, venne prodotta in un modo analogo a quello indicato per la formazione di questa varietà di minerale nell’ipotesi di sorgenti contenenti in soluzione monosolfuro di calcio.

In questa varietà di solata si verifica sempre uno spazio vuoto più o meno interrotto tra lo straterello di zolfo e lo straterello di calcare cristallino. Questo spazio vuoto doveva venire occupato dalle acque contenenti in soluzione bicarbonato di calce ed acido solfidrico. Le chimiche scomposizioni di queste sostanze così racchiuse, la formazione del carbonato di calce e la separazione dello zolfo, succedettero quindi lentamente