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42 | S. MOTTURA |
I due cristalli A (fig. 2ª) rappresentano i prismi primitivi del solfato di calce; la superficie BCDE la base di questo prisma. La punta del ferro di lancia è rivolta al muro e la sua apertura invece al tetto dello strato. Bisogna tuttavia in vari casi esaminare molti cristalli per determinare con sicurezza il senso dominante nella loro formazione. Allorchè i cristalli sono molto grossi e sviluppati, con un semplice sguardo anche a distanza si può spesso riconoscere l’apertura e la punta della lancia e quindi la base primitiva dello strato.
Questa regola ha anche essa le sue eccezioni, le quali sono più apparenti che reali. I cristalli di gesso, come i cristalli di solfato di stronziana, si ramificano e formano dei gruppi. Come nel solfato di stronziana il principio e l'embrione di un gruppetto di cristalli è il vertice di un cono ed i cristalli sono diretti secondo le generatrici; così anche nei gessi la punta della lancia è il principio e l’embrione de’ suoi cristalli. Da questo vertice partono due cristalli accollati in senso" inverso, i quali rappresentano i prismi sovra descritti. A questi cristalli si accollano altri cristalli e si forma così qualche volta un gruppo, che prende la forma di un cespuglio erboso di cui le foglie sono inclinate e dirette in tutti i sensi. In questi casi, se si considerano i cristalli i quali rappresentano le foglie diametralmente opposte di un cespuglio nel punto in cui sono orizzontali, si trova che, mentre uno ha la punta della lancia diretta in un senso, l’altro l’ha diretta in un senso diametralmente opposto. Questo fatto si verifica solo quando i cristalli sono molto sviluppati, ed è una conseguenza naturale della lentezza e della tranquillità con cui si deposero le molecole. Quando i cristalli prendono questa forma, chi gli esamina senza tenere calcolo del modo con cui sono raggruppati, deve necessariamente credere assurda la legge sopracitata, poichè essi presentano tutte le direzioni presentate dai raggi di una semisfera.
Un esempio magnifico di questi cespugli di cristalli di solfato di calce, e che si piegano come foglie in senso orizzontale, si incontra sulla via che da Sommatino conduce alla Solfarella, tra questa miniera e la montagna. In faccia alla Solfarella i gessi sono potenti e presentano tutte le varietà del terreno solfifero. Fra queste varietà è degno di osservazione un banco dello spessore di 70 centimetri circa, composto di grossi cristalli che vi formano una serie non interrotta di gruppi in forma di cespugli, la cui altezza è precisamente quella dello strato.
Accade qualche volta che un banco di gesso è formato di cristalli che presentano chiaramente la forma del ferro di lancia, e che stanno tutti diritti dal muro al tetto, senza che tuttavia lascino apparentemente vedere la legge che seguitano nella loro cristallizzazione. Nel sollevamento e nelle piegature del terreno solfifero gli strati di gesso che si trovarono alla superficie, non potendo raccorciarsi e ridursi ad una minore lunghezza, assunsero una configurazione ondulata e formarono spesso una serie di calotte sferiche, le quali permisero agli strati di conservare la loro lunghezza in tutti i sensi. Ora, se si tronca con un piano una di queste calotte sferiche, i cristalli di gesso, tuttochè conservino la loro struttura lanceolata, presentano in queste lance tutte le direzioni immaginabili come nel caso precedente in cui prendono la configurazione di cespugli.
La figura 3ª rappresenta una sezione naturale nei gessi soprastanti al paesello di