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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA | 35 |
e, nel passaggio da una solfara all’altra, si osserva spesso non solo una diversità notevole di minerale, ma una sua lenta disparizione. Anche i gessi partecipano a queste
disparizioni ed a queste variazioni. Il lago in cui si formò questo deposito, doveva
quindi essere poco profondo e formato anzi da una serie di piccoli laghetti in parte
divisi, in parte appena uniti gli uni agli altri. A questo si aggiunga, che il terreno vi
è tormentatis8Ìmo e che i movimenti cominciarono ancora durante l’epoca solfifera, variando la forma dei laghi e la loro profondità. Queste variazioni rendono probabilissima
l’ipotesi che i banchi di gesso inferiori al minerale in queste solfare provengano o dall’ossidazione completa degli elementi solfurei, che penetrarono nei laghi nella prima
parte dell’epoca solfifera, oppure dall’ossidazione del minerale già deposto.
L’esistenza di banchi potenti di gesso inferiori al minerale, o con esso intercalati, è un fatto frequentissimo nelle solfare a tal segno che si può spesso dubitare, se essi debbano venire considerati come superiori in massima parte allo zolfo, oppure a questo inferiori. Egli è cosa certa che i gessi sono stati prodotti in parte dal solfato di calce contenuto in soluzione nelle acque delle sorgenti solfuree, in parte dall’ossidazione degli elementi solfurei; che questa ossidazione ebbe luogo in parte durante la formazione del minerale, in parte dopo che il minerale era già deposto, e che essi sono quindi in parte contemporanei del minerale, in parte posteriori e debbono perciò venire considerati piuttosto, in regola generale, come superiori che come inferiori al calcare solfifero.
Esplorazione delle solfare. — Pochissime sono le località nelle quali il briscale comparisca alla superficie e non si sia ancora rinvenuto il minerale. Si incontrano tuttavia località nelle quali (come venne detto nella Memoria) il briscale è nascosto sotto il velo di terre arabili. Questo caso si verifica ogni qualvolta il minerale è tale da dare origine ad un briscale facilmente riducibile in detrito, specialmente quando esso è incassato fra rocce più resistenti all’azione delle pioggie, come sono i gessi ed i calcari. A piccola profondità le terre arabili passano allora al briscale. Pochi metri più in giù questo è sostituito a sua volta da briscale insolforato, al quale succede infine il minerale di zolfo. Tutte queste variazioni si verificano generalmente coli’ approfondirsi dello strato per 10 a 15 metri.
Il minerale di zolfo, il quale è esteriormente rappresentato da terre arabili, è sempre un minerale molto friabile e facile ad essere scavato. Tali sono, per esempio, i minerali molto ricchi ed i minerali detti perciuliati, i quali sono costituiti da un calcare puro raggruppato in piccoli globuli di 4 a 10 centimetri di diametro, formati di tanti piccoli gruppi di cristalli di calcare associati a cristalli di zolfo sparsi nelle cavità di questa roccia. Il briscale generato dal calcare cristallino è sempre poco compatto, e si riduce facilmente in detrito, e, quando proviene da calcare perciuliato, è friabilissimo e si separa in tanti grani corrispondenti ai vari gruppi di cristalli di carbonato di calce o di zolfo. Questi globuli si riducono, appena sono toccati, in tanti piccoli granelli bianchi, e la massa assume una struttura sabbiosa grossolana. I vuoti esistenti nel minerale perciuliato, nel suo passaggio allo stato di briscale sparirono per il maggiore volume assunto dalla massa nella sua chimica trasformazione.