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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA 33


corpo principale delle solfare CD. Ritornando gli strati nella loro posizione primitiva, il punto E verrebbe ad unirsi col punto più basso D del minerale. Questo briscale, essendo difeso dalle marne plioceniche, deve essere stato prodotto prima che le marne plioceniche si deponessero in questa regione. Esso venne quindi originato durante l’epoca solfifera ed il minerale dovette essere in conseguenza esporto in quest’epoca all’azione dell’atmosfera. Fu la rottura tra E e C che portò in presenza dell’atmosfera la parte E: questa rottura, questo spostamento dovette quindi avere luogo o durante l’epoca solfifera o prima dell’epoca pliocenica.

Dall’esame dei trubi in M si può anzi arguire che la rottura, le piegature, il sollevamento ed il capovolgimento del minerale si verificò prima della loro formazione, poiché essi si trovano sovrapposti al minerale ed in discordanza di stratificazione. Questa è la sola località in cui abbia trovato i trubi in discordanza col terreno inferiore.

Dalla struttura della miniera Pecoraro, poco lontana dalla solfara Pilieri, appare che alla fine dell’epoca solfifera questa regione fu soggetta a movimenti considerevolissimi del suolo, e che il centro di questo sollevamento è ora rappresentato da una maccaluba.

Basta di avere per ora accennato come anche durante l’epoca solfifera abbiano avuto luogo rotture, sollevamenti del suolo, e formazioni di briscale che restò poscia coperto e difeso dalle marne plioceniche. Questa località dimostra che, allorquando il pliocene copre il terreno solfifero, e questo è molto tormentato, è quasi impossibile determinarne la struttura dai caratteri esterni, tante sono le fasi che può subire e gli scherzi che può presentare. Essa dimostra inoltre che una parte del minerale venne ossidata durante Y epoca solfifera, e che a questa ossidazione si deve attribuire almeno in parte la formazione dei gessi che si trovano nei giacimenti solfiferi.

Origine dei gessi del miocene superiore. — Il tempo necessario per la trasformazione del minerale di zolfo in briscale non è straordinario. Incontransi sulle solfare Gallizzi e Fioristella mucchi di n,60 di altezza ed l m,50 di diametro alla base, ivi depositati da 20 anni circa e trasformati completamente in briscale da alcuni anni. Il minerale di zolfo, se è abbandonato nelle cataste per un periodo di due o tre anni (le cataste hanno circa l’altezza di un metro) ha una resa notevolmente minore di quella del minerale subito estirpato. In due o tre anni Y ossidazione dello zolfo in presenza del calcare e degli agenti atmosferici prende quindi una notevole importanza. Dopo dieci anni esso è trasformato per la massima parte in briscale. Questo fatto dimostra che durante l’epoca solfifera una parte notevole del minerale ha dovuto passare allo stato di briscale o di solfato di calce, principalmente nei punti in cui per il movimento di oscillazione del suolo esso venne a sortire fuori dalle acque. Esso dimostra inoltre che la durata dell’epoca solfifera non fu straordinaria, poiché altrimenti invece dello zolfo si avrebbe solo solfato di calce. Questo solfato passò in soluzione nelle acque dei laghi, ed allorché queste divennero sature, diede origine alla formazione dei gessi.

Partendo dalla struttura del minerale listato, che ho chiamato soriata, e che meglio solata si chiamerebbe, ho nella Memoria osservato che alcune solfare si sarebbero for-