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32 S. MOTTURA

aumentare nel rapporto di 1:1,36; siccome tuttavia il minerale di zolfo è poroso, se si suppone che il suo peso specifico sia solo di 1,9, nel passare allo stato di briscale esso aumenta di volume nel rapporto di 1:1,12. In questo aumento di volume la roccia si contorce, sposta le rocce incassanti, si spacca anche secondo varie direzioni, e rovina spesso facilmente. Il briscale infatti è sempre fessurato, contorto, irregolare, in parte spostato, in parte rovinato a segno tale che nella maggior parte dei casi non presenta quasi più l’apparenza di uno strato o la presenta solo in pochi punti.

Anche le rocce incassanti il briscale, principalmente quelle che sono superiori, sentirono in modo straordinario l’azione di questo rigonfiamento dello strato solfifero nella sua chimica trasformazione: esse vennero rotte, e le parti staccate in vari casi rovinarono in basso. Sia le rovine che le fessure, resqro il minerale di zolfo più accessibile all’azione ossidante dell’atmosfera e furono così causa di una serie. di formazioni di briscale e di successive rovine. Queste rovine poi divennero colossali allorquando lo strato di minerale e gli strati incassanti ebbero una inclinazione prossima alla verticale, sia per le rotture già determinate in questo sollevamento, sia per l’accesso più facile dell’aria e dell’acqua allo strato solfifero, e la sua più facile trasformazione in briscale; sia infine perchè appena le rocce furono spostate e le rotture determinate, la loro rovina fu quasi subito inevitabile. Chi volesse vedere un esempio colossale di queste rovine, esamini gli affioramenti della Solfara Grande di Sommatino. Egli è vero che il fuoco ed altre cause hanno contribuito a questa distruzione, ma la causa principale è la rottura e lo spostamento determinato dal rigonfiamento di uno strato di minerale molto inclinato e molto potente.

Allorquando il terreno solfifero spunta ad una certa altezza sopra il fondo delle valli e sono scoperte le marne inferiori, in queste si determinano spesso delle frane che trascinano seco le rocce superiori dell’epoca solfifera, alle quali viene meno il sostegno, e determinano nuove rotture nella parte ancora intatta, rendendo più facile la penetrazione delle acque e dell’aria. Il risultato di questa serie di ossidazioni, di rotture, di frane, di rovine che sono a vicenda causa ed effetto le une delle altre, è stata la distruzione di una parte notevolissima del minerale di zolfo.

Il terreno solfifero della Sicilia oltre all’avere partecipato al movimento generale del suolo, fu soggetto principalmente alla fine dell’epoca solfurea a sollevamenti e rotture locali, che raddrizzarono e capovolsero in alcuni punti gli strati di minerale e determinarono la separazione di un gruppo in tante solfare assolutamente indipendenti le une dalle altre. Nei punti di rottura il minerale di zolfo restò esposto all’azione dell’atmosfera e si trasformò in briscale, il quale restò poscia coperto dalle rocce dell’epoca pliocenica.

Un esempio luminoso di questi fatti si ha nella solfara Pilieri in Fioristella (Fig. 7ª). Lo strato di minerale in A è capovolto, più in basso è verticale, ma da questo punto la sua inclinazione diminuisce progressivamente. Una galleria PF quasi al livello del vallone attraversa prima le marne plioceniche, le quali passano ai trubi nell’interno, ed in E incontra uno strato di briscale quasi verticale, al quale succede un calcare rotto e frantumato. Il briscale E rappresenta uno strato di minerale rotto e staccato dal