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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA 31


trovano in tutti o quasi tutti i gruppi solfiferi: egli è quindi necessario ed utilissimo per l’industria che sia universalmente conosciuta la proprietà idraulica delle calci con essi fabbricate, ed il vantaggio che queste calci hanno nelle costruzioni soggette alla azione dell’acido solfidrico su quelle ottenute mediante l’impiego delle pozzolane.

Qualche volta questi trubi compatti sono associati ad una quantità più o meno notevole di solfato di calce che ne altera sostanzialmente la qualità, ed è per questa ragione che nella Memoria ho detto che essi non dovrebbero venire impiegati nelle costruzioni importanti.

Avendo fatto poscia nuovi saggi su varie qualità di trubi, debbo rettificare quello che ho detto nella Memoria a questo riguardo. In regola generale, se la roccia è bene scelta, non contiene gesso in quantità notevole per alterare le calci che sono quasi sempre molto idrauliche e passano ai cementi.


Genesi del Briscale. — Il briscale è solfato di calce originato dall’ossidazione dello zolfo in presenza della sua matrice calcarea e degli agenti atmosferici. Esso conserva quindi ancora la struttura del minerale, la sua potenza; e colla sua purezza e durezza, in genere co’ suoi caratteri, serve a determinare la potenza, la struttura e la ricchezza del minerale.

Tutte le nozioni e le descrizioni che riguardano il briscale e le sue fasi, sono quindi interessanti per l’esplorazione delle solfare. Egli è difficile descrivere minutamente tutti i caratteri del briscale, ed indicare in ciascun caso quali sieno le conseguenze che è lecito dedurre sulla natura del minerale. Quanto ho detto nella Memoria su questo proposito mi pare sufficiente per potere guidare (chi è abituato a vedere briscale e minerale) a giudicare dalla prima roccia la natura della seconda.

Difficile è tuttavia in alcuni casi il giudicio, quando il minerale è associato a solfato di calce a struttura saccaroide, essendo difficile il determinare quanto solfato di calce provenga dall’alterazione del minerale e quanto abbia potuto essere associato al calcare. A questo si aggiunga che non di rado nei gruppi solfiferi si incontrano fra i gessi strati di ballatino che si disgrega facilmente e che si confonde facilmente col briscale.

Nella Memoria ho detto che il briscale ha una struttura compatta. Ciò è vero, se si guarda ad occhio nudo la roccia e senza fissarsi sopra un punto speciale; se invece si esamina il briscale con una lente ed anche qualche volta ad occhio nudo, si vede che esso è formato da tanti piccoli cristallini di solfato di calce. Quando questo solfato tuttavia è chiaramente e visibilmente cristallino è probabile che non derivi dall’alterazione del minerale. Importante è la tendenza del solfato di calce a raggrupparsi in cristalli, ancorchè non si separi da una soluzione, e sia originato dall’alterazione chimica e lenta di una roccia avente una struttura cristallina affatto diversa. Questo fatto dimostra che le costruzioni fatte in gesso col tempo perdono facilmente la loro resistenza. Il solfato di calce che ne costituisce il cemento, raggruppandosi lentamente in cristalli, perde della sua forza di coesione e le costruzioni minacciano quindi rovina.

Il minerale di zolfo, trasformandosi in briscale, aumenta di peso nella proporzione di 1:1,303. Se il minerale di zolfo fosse compatto, il volume della roccia dovrebbe