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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA | 29 |
vello geologico corrispondente alla prima epoca, in cui la formazione marina cominciò a succedere alla formazione lacustre, si può quindi trovare uno strato contenente fossili o foraminiferi marini intercalati con strati dell’epoca solfifera, senza che tuttavia sia lecito caratterizzare come marine le rocce di quest’epoca.
Le marne intercalate coi trubi provengono dai terreni del miocene inferiore. In alcuni casi il deposito marnoso è il risultato di una frana verificatasi nei colli soprastanti ai laghi solfurei, quando essi vennero in contatto colle acque del mare, in altri casi invece è il risultato di correnti acquee. Il deposito è stato prodotto da una frana, quando è associato ad ammassi di calcare concrezionato o cavernoso dell’eocene superiore o di arenarie ferruginose aventi i loro spigoli ed i loro angoli vivi come i massi che sono trasportati dalle frane attuali. Se il deposito è prodotto invece da correnti acquee, esso è soventi volte formato da ciottoli più o mono arrotondati, costituiti da marna rovinata ma non disaggregata, e cementati da marna di natura identica, che disaggregata passò in sospensione nelle acque e, quando queste divennero quasi stagnanti, si depose dove si deposero i ciottoli marnosi.
La formazione di un deposito marnoso rassomigliante ad una poddinga, di cui, sia i ciottoli che il cemento, sono costituiti dalle stesse marne azzurre, si verifica ancora attualmente nei valloni e nei fiumi che percorrono questa regione della Sicilia. Le acque dei fiumi ed anche le acque dei valloni, allorché ingrossano, corrodono le loro sponde, la marna si separa in tanti pezzi, i quali, se non sono troppo voluminosi, sono dalla corrente arrotolati sul loro letto ed arrotondati. Se il cammino percorso da questi pezzi non è troppo lungo, essi non hanno tempo di disfarsi completamente, e, sia per la marna in sospensione che si può tra loro depositare posteriormente, sia per la marna che in via di disaggregazione forma il loro inviluppo, e che si distacca lentamente dopo.il deposito dei ciottoli riempiendo i vuoti tra essi esistenti, questi vengono cementati, ed il deposito assume precisamente la struttura di una poddinga, della quale, sia i ciottoli che il cemento, sono formati dalla stessa marna.
Di queste poddinghe più o meno caratteristiche se ne incontrano in vari gruppi solfiferi superiormente ai gessi ed al calcare, come, per esempio, sopra la Solfara Grande di Sommatino, e specialmente all’Juncio sopra le solfare Giordano Tumminelli (Fig. 7, Tav. 2).
Ho detto poc’anzi che i trubi sono suddivisi naturalmente in tanti prismi a base romboidale più o meno irregolari, determinati dalla serie dei piani di stratificazione e dalle due serie di piani ai primi normali. Le faccio di questi prismi, e specialmente le faccie verticali determinate non dai piani di stratificazione ma dai piani a questi normali, sono nella maggior parte dei casi rivestite da un velo sottilissimo di perossido di ferro. Questi piani di rottura dei trubi fanno sì che le acque piovane contenenti aria ed acido carbonico in soluzione vi possono penetrare, ossidare le piriti che vi si trovano racchiuse, sciogliere l’ossido di ferro allo stato di bicarbonato e depositarlo poscia lungo il loro corso, che naturalmente doveva verificarsi specialmente nei piani normali ai piani di stratificazione della roccia.
La marcassite trovasi in maggiore abbondanza nel tufo palombino ed in genere nei tufi che sono alla base della formazione dei trubi o che sono intercalati col minerale.