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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA 19


scere la natura delle erbe e delle piante dalle quali esse sono generate, e pur nondimeno si conoscono e si descrivono nei trattati più di 500 delle loro specie. Se dal deposito carbonifero non si possono determinare le loro forme, queste sono chiaramente visibili in tutti i residui petrificati che si trovano nei calcari e specialmente nelle arenarie di quest’epoca. Applicando ora al terreno eocenico le stesse norme che si adoperarono per il terreno carbonifero onde determinare le piante dalle quali i carboni provennero, si deve conchiudere che gli scisti bituminosi, petrolii e le sostanze organiche in genere delle quali è impregnata questa formazione, provengono dalle fucoidi, le cui impronte si trovano in quantità straordinaria nei calcari e nelle arenarie della stessa epoca geologica. Le impronte delle fucoidi mancano è vero nelle marne salate; si trovano tuttavia non solo nei calcari e nelle arenarie ma ancora nelle argille scagliose sottostanti. Del resto, l’esempio delle saline ci dimostra che le impronte delle fucoidi possono benissimo mancare nelle marne salate, tutto che siano dalle fucoidi generate le sostanze organiche onde esse sono impregnate.

Il fatto più rimarchevole che si osserva nelle saline a questo riguardo è che nei compartimenti in cui si depone il sale, le acque già epurate entrano quasi limpide senza che vi si osservi ad occhio nudo alcuna sostanza organica, e pur nondimeno il loro fondo è impregnato di sostanze organiche azzurre quasi nere come nei bacini di epurazione.

Una parte dei carburi di idrogeno deve quindi passare allo stato di soluzione nelle acque, penetrare in questo stato nei compartimenti in cui si depone il cloruro di sodio e subire ivi una scomposizione ulteriore con perdita notevole di idrogeno e quindi con una precipitazione di elementi più ricchi in carbonio che colorano in azzurro la materia del fondo delle saline. Che un carburo di idrogeno si trovi in soluzione nelle acque salate si può anche dimostrare dalla presenza di questi carburi nel salgemma. L’esempio più notevole di questo fenomeno ci è somministrato dal sale di Vièliczka il quale contiene metà del suo volume di questo gaz, senza che tuttavia col microscopio vi si possano scoprire delle cavità. Il salgemma della Sicilia e specialmente i cristalli, non solo contengono imprigionato in regola generale idrogeno carbonato ma anche sostanze organiche, che, senza togliere la trasparenza ai cristalli suddetti, li colorano bellamente in azzurro.

Questi fatti dimostrano che le marne salifere dell’eocene superiore poterono essere impregnate di materie organiche provenienti dalla scomposizione di erbe marine, le cui traccie ed i cui residui restarono sepolti in altri punti anche molto distanti. Si può quindi ammettere che i carburi, i quali si trovano in Sicilia nel miocene inferiore (eocene superiore), cioè la nafta, il petrolio, l’idrogeno carbonato, gli scisti bituminosi ec., provengano dalla scomposizione delle fucoidi.

Quest’ipotesi serve a spiegare il perchè il petrolio, la nafta e le sostanze bituminose si trovino intimamente associate alle marne salifere in tutte le regioni sopraindicate.

Considerando i carburi che si incontrano nella formazione miocenica della Sicilia come il prodotto della scomposizione delle fucoidi, non intendo di attribuire egualmente alla scomposizione di fucoidi tutti gli idrocarburi, i petrolii ec., che si trovano sparsi