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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA. 17


petrolifere di Possesti appartenenti al miocene inferiore, ed a più forte ragione alle argille petrolifere di Kolibasc, Pocurez e Possesti stesso esistenti nel miocene medio, alle quali fanno ancora seguito in ordine ascendente quelle di Matizta e di Tzinta.

I depositi saliferi adunque della Sicilia, dell’Italia peninsulare, della Valachia, della Moldavia, della Persia, dell’Algeria, e così via dicendo, appartengono tutti alla stessa epoca, ossia all’epoca più importante per lo sviluppo delle fucoidi. In tutti questi terreni sono insieme associati gessi, salgemma, bicarburi di idrogeno, petrolii, idrogeno carbonato, idrogeno libero e sostanze organiche. D’onde deriva quest’associazione così costante di tutti questi elementi? Per determinare la cagione di questa associazione e l’origine di queste sostanze, bisogna osservare quello che succede nella natura dove si formano analoghi depositi.

Il salgemma ed i gessi ed altri elementi salini che si trovano con essi associati, sono oramai indiscutibilmente depositi prodotti dall’evaporazione delle acque del mare, od in altri termini i depositi di solfato di calce, di cloruro di sodio, di ossido di ferro ec., che si incontrano in Sicilia, nell’Italia peninsulare, in Moldavia, in Valachia, in Algeria ec., sono depositi di saline naturali in larga scala. Scavando ora il fondo delie saline attuali, il terreno si mostra tutto impregnato di sostanze organiche, provenienti dalla scomposizione delle alghe. Nei primi compartimenti di epurazione spesso a piccola profondità si osservano ancora traccio delle alghe, ad una profondità maggiore invece le sostanze terrose paiono associate ad una materia torbosa di cui non si conosce la struttura. Anche nei bacini di deposizione del sale, nei quali le acque entrano senza trascinare delle erbe ed apparentemente pressochè prive di sostanze organiche, il suolo ne è tuttavia impregnatissimo. Tutte le materie terrose che formano il fondo dei compartimenti, sia di epurazione che di deposizione del sale, rassomigliano perfettamente alle marne ed argille salifere dell’epoca eocenica della Sicilia, della catena degli Apennini ec., e sono come queste colorite in azzurro dalle sostanze organiche senza che ne compariscano le impronte.

Da queste analogie è lecito dedurre che dalla scomposizione delle erbe marine e specialmente delle fucoidi, che in quell’epoca si moltiplicavano prodigiosamente, provengano le materie organiche che colorano in azzurro le argille salifere della Sicilia e delle altre contrade soprannominate, e che alla scomposizione delle fucoidi si debbano attribuire i carburi di idrogeno, i quali allo stato liquido e gassoso si trovano associati alle argille suddette.

Se la scomposizione ha luogo in presenza dell’aria o sotto una piccola pressione, si ha uno sviluppo notevole di idrogeno carbonato o di gaz delle maremme ed un residuo di materia torbosa. Il petrolio, la nafta e gli altri svariati idrocarburi, come l’ozokerite l’hatchetina, la fichtelite, l’hartite, l’elaterite ec., allorchè si trovano più o meno in presenza degli agenti atmosferici, si scompongono perdendo gli elementi più volatili e si condensano semprepiù passando allo stato di pisasfalto e poscia di asfalto. In presenza degli agenti atmosferici, e sotto una piccola pressione, è quindi impossibile che la scomposizione delle sostanze organiche possa dare origine a petrolio ed a nafta. Ma se la scomposizione ha luogo lentamente sotto una pressione notevole in presenza del-