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interessante il riconoscere se col volger degli anni continuava colla progressione medesima, oppure dava indizio di andamento oscillatorio o periodico. A tale indagine soddisfano le osservazioni degli anni 1820, 21, 22, 37 e 38, che, siccome già dissi, sono state ora sottomesse al calcolo.

Prima però d’accingermi a tale ricerca mi premeva di poter riconoscere quale fosse il grado di precisione delle posizioni lunari determinate coi migliori stromenti meridiani. A tale oggetto non trovando in Italia alcuna serie di osservazioni che potessi paragonare alle mie, eccitai il sullodato primo aggiunto dell’Osservatorio ad assumersi l’incarico di calcolare le osservazioni tutte fatte a Greenwich nei primi tre anni sopra indicati, ed a paragonarle con metodi uniformi alle stesse tavole alle quali io aveva paragonate le mie fatte nello stesso intervallo di tempo. Egli terminò pochi mesi sono il suo lavoro, ed istituito il confronto potei ritrovare 41 osservazioni fatte negl’identici giorni, e lontane le une dalle altre sol quanto importa la differenza dei meridiani che si suppose di 36'.45".

Scritti in due colonne parallele gli errori delle tavole lunari risultanti dalle osservazioni di Milano e da quelle di Greenwich, ho preso separatamente le somme di tali errori avuto riguardo ai segni; e dividendole pel loro numero, ebbi l’errore medio delle tavole, il quale (ritenendo che si siano in gran parte compensati gli errori accidentali) contiene l’errore dell’epoca compenetrato con quello della longitudine geografica degli osservatorj. Quest’error medio risultò per le osservazioni di Milano di 2",6, per quelle di Greenwich di 6",0.

Togliendo ora dai singoli errori delle tavole questi due errori comuni rispettivamente a ciascuna serie di osservazioni, ebbi due nuove serie rappresentanti il solo aggregato degli errori accidentali. Cercai anche di questi (presi pero astrattamente, ossia senza considerare il segno algebrico + o — ) il valor medio, il quale risultò per Mi-