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vatori avendo ad altre dotte indagini rivolte le loro cure, le considerino siccome argomento di poca o niuna importanza. Lo stesso Piazzi, quell’instancabile astronomo che su migliaja di osservazioni ha fondato il suo famoso Catalogo di stelle fisse, nei tre volumi in foglio dell’opera intitolata Del R. Osservatorio di Palermo, e nei due volumi autografi di osservazioni astronomiche che vennero depositati come tesoro prezioso nella Biblioteca della Specola di Milano, non ci ha lasciata alcuna osservazione di luna fatta nel meridiano, e si è ristretto a riferire alcuni ecclissi di sole e di stelle, dei quali si valse a determinare la longitudine del luogo.

Al solo scopo di risvegliare ne’ miei colleghi il desiderio di cooperare al perfezionamento delle tavole de’ moti lunari, il quale tanto contribuirebbe al progresso della geografia e della navigazione, è diretto il breve scritto che qui presento.

Nel corrente secolo, e dopo il programma pubblicato nell’anno 1818 dall’Accademia R. di Parigi, la teorica dei moti lunari è stata portata a gran perfezione, cosicchè oramai i coefficienti delle ineguaglianze, pochissimi eccettuati, si hanno dall’analisi con una precisione assai maggiore di quella che si era prima ottenuta coi metodi empirici. Ma il calcolo, che può ben dare le forme analitiche delle coordinate dei corpi celesti, non può dare le costanti arbitrarie del problema, le quali conviene desumere dalle immediate osservazioni.

Queste costanti, tanto in un’orbita ellittica quanto in una orbita perturbata, sono sei, cioè la longitudine media, l’anomalia media e la posizione del nodo per un’epoca data, il moto medio, l’eccentricità e l’inclinazione. Nel caso speciale poi del nostro satellite si possono con molto vantaggio determinare colle immediate osservazioni altre costanti, che nell’analisi si suppongono già conosciute per diversa via, quali sono il rapporto fra la distanza media della luna ed il raggio della