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La tariffa dei prezzi di trasporto dei viaggiatori e delle merci, deve essere stabilita come un elemento del contratto, dipendendo da questa il correspettivo dell’impresa, ed esige la massima accuratezza per esser questo il vero punto di colluttazione fra il pubblico ed il privato interesse. La tariffa deve segnare il massimo sopra cui l’impresa non può percepire, ma bensì ribassare fin che lo trova di sua speculazione.

Non sarebbe forse intollerabile che, per esempio nel tronco da Roma ad Ancona, in cui la spesa sarà più sensibile per superare la difficoltà che presentano gli Appennini, la tariffa fosse più elevata.

Gli oblighi che l’impresa deve assumere verso il governo, sono di due specie. Il primo è quello del regolare e perfetto servizio pubblico subordinandosi a qualunque disposizione del governo anche istantanea. L’altro è quello di assumere gratuitamente il trasporto di tutte le corrispondenze, di tutte le truppe e loro materiali.

Deve egualmente e nello stesso modo assumere di condurre quei rappresentanti ed impiegati del governo che, o per metodo o per circostanza dovessero viaggiare in servizio del governo per affari anche estranei all’impresa delle strade ferrate.

Le concessioni che il governo credesse fare all’impresa, potrebbero essere diverse. Primieramente potrebbe garantirle il prestito che abbiamo suggerito di formare coll’estero, rendendosi allora tanto più facile l’ottenerlo, ed altronde sembra che, mercè i modi proposti quando si è parlato su i mezzi, il governo non potrebbe temere di trovarsi giammai esposto.

Sarebbe un altro sollievo per l’impresa che il governo assumesse l’indennizzo ossia il prezzo dei fondi