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giosi effetti, quanto perchè i capitali impiegati incomincino a produrre il conveniente reddito.
Questa somma potrebbe ricavarsi metà dall’interno e metà procurarla ad imprestito dall’estero, combinandone l’ammortizzazione col metodo praticato negli altri prestiti, cioè di un centesimo per anno, il che porta nel giro di circa 34 anni l’estinzione dell’intero capitale. In tal guisa, i due milioni annuali si formerebbero metà con mezzi interni e metà con quelli esteri.
Sarà opportuno dar qui sviluppo alla materia dell’impronto, perchè la gigantesca cifra di 24 milioni di scudi non imponga soverchiamente; e perciò diremo, che ove venisse adottato il progetto che la metà della somma fosse procurata ad imprestito dall’estero, l’impronto coi mezzi interni si ridurrebbe a 12 milioni; che dividendo l’impresa in 120.000 azioni di scudi 200 l’una, metà effettive, e metà di garanzia, cioè di responsabilità per assicurare la restituzione della somma che si procurerebbe ad imprestito, l’impronto effettivo per ogni azione si limiterebbe a scudi 100; che diviso in dodici anni si ridurrebbe a scudi 8 circa l’anno per azione, senza attendere alle frazioni.
La dimostrazione sembra basata sopra estremi plausibili, dappresso i quali, facile si renda che molti concorrano all’acquisto di tali azioni, alcuni per impiego dei loro capitali, attirati dal sommo vantaggio che ne sarebbe sperabile, altri per ambizione di far parte di un impresa tanto desiderata; e supponendo che questi, l’uno per l’altro aspirassero all’acquisto di dieci azioni, il che richiederebbe l’impronto tenuissimo di 80 scudi annui, dodicimila acquirenti soltanto basterebbero ad esaurire il numero delle azioni.
Con questo metodo rimane ancora assicurato l’anda-