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Notices scientifiques sur le machines a vapeur, pag. 252.

Gl’inglesi citano il vescovo Wilkins, ed il marchese Worchester che scrisse sotto Carlo II.

Checchè però sia di questi, e di tanti altri che potrebbero indicarsi, è certo, che di nessuno di loro si farebbe ora menzione se i più felici moderni non avessero con utili applicazioni rese le macchine a vapore di una sì grande ed universale importanza; e può considerarsi la loro memoria piuttosto ridestata dall’orgoglio nazionale.

Come è difficile il dichiarare chi veramente abbia l’esclusivo merito della prima invenzione, così lo è il precisare la vera epoca in cui furono poste in uso siffatte macchine. Lo stesso accade intorno alla loro applicazione ai trasporti.

Gl’inglesi aspirano al primo vanto, citando le opere di Gionatan Hull, e di Patrich Miller.

Gli Americani del Nord l’attribuiscono al loro Fulton. I Francesi rivendicano tale onore, dandone il primo merito a Papin; ma troppo arduo sarebbe voler decidere tali questioni. Esperienze prattiche si sono fatte di Battelli a vapore fin dal 1775 in Francia da Perrier; e nel 1778 da Jouffroy, a favore del quale si trattò pure di accordare il privilegio di privativa. Tutte queste ed altre esperienze però, non andarono più oltre che a tentativi, i quali non ebbero alcuna costante riuscita. Il primo Battello a vapore, il quale con efficacia e di proposito fosse posto in opera pel trasporto di uomini e di merci, fu quello costruito a Nuova York da Fulton nel 1807, col quale si fece il viaggio da quella città ad Albany. In Inghilterra il primo Battello a vapore che in simil modo si ponesse in opera, fu quello denominato la Colomba nel 1812, ed il secondo nel 1813.