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spaventano attribuendogli una forza esagerata ed insuperabile. La prudenza che procede per una via imparziale, spoglia l’oggetto vagheggiato di tutto il chimerico che o il cieco favore o l’accanita contrarietà gli attribuisce in vantaggio o in danno, e le cose pone nello stato di verità.

Se per indagare l’importo della spesa si volesse riandare ai primi esperimenti che fecero quelle nazioni e quegli uomini d’immenso coraggio e d’inesauribili dovizie, ognuno si sentirebbe alienato al punto di recederne; ma siccome ognuno conosce quanto giovi l’esperienza adornata da continui studi e modificazioni, oggi mai la spesa non è più spaventevole.

All’Ingegnere sig. Sequin, che diresse la costruzione della strada ferrata da Saint-Etienne a Lione, imponeva la necessità di salire 10 metri sopra mille allora, che il salire ordinario non si riteneva che dal 2 al 5 per mille. Quali prolungamenti infatti non dovevano occorrere per evitare delle salite che eccedessero questo limite; quali immensi tagli non bisognavano per condurre il piano stradale al necessario livello; quali lunghe e dispendiose gallerie non si rendevano necessarie ove l’abassamento non fosse praticabile? Cose tutte in gran parte risparmiate, od almeno sommamente diminuite, ora che vari tentativi fatti in America dall’ingegnere sig. W. Norris di Filadelfia hanno avuto per risultato che con piccole macchine si sono superate salite di 1/40, 1/37, 1/36 (cent. 2.5, 2.7, 2.8, a metro) con un carico di 50 ad 80 tonnellate (lib. 150/m a 240/m): esperienze ripetute ultimamente nel Belgio alla presenza d’ingegneri appartenenti a molte nazioni, con felice risultamento. Ed oltre a ciò, l’ingegnere Potenti si ripromette di pubblicare una memoria sull’oggetto, colla