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Ora per la certezza di questi dati, e per la forza ed evidenza delle considerazioni che ne discendono, possiamo francamente concludere, che la più opportuna, comoda e vantaggiosa comunicazione dei due mari, sia quella fra Ancona e Civitavecchia.
Essendo dunque di sommo, se non vogliam dire di principale, interesse il provvedere con buona intelligenza a questa comunicazione, ci sorge un dubbio sulla linea da adottarsi, la qual cosa pure il sig. Petitti accenna, perchè consideriamo che a tener fermo il principio, che tutte le linee diramino dalla capitale, converrebbe obbligare tutte le provenienze di Ancona a toccar Roma, e da questa diriggersi a Civitavecchia, e così viceversa; laddove una diramazione, che dalla linea maestra si staccasse ad Orte o a Pontefelice, passerebbe per Bagnaja, Viterbo, Rocca Rispampani e Corneto e giungerebbe a Civitavecchia.
Civitavecchia dunque non può mancare di due comunicazioni, cioè con Roma e con Ancona, e queste
grado a scirocco, cioè non più lontana dal porto di quella di Livorno.
Se volesse ivi stabilirsi un semplice porto di rifugio, come in Livorno vi è una semplice rada, sarebbe sufficiente un antemurale galleggiante col sistema di Tayler (sistema in oggi ben noto e di cui ho parlato diffusamente nel mio scritto di sopra citato), il quale con un numero di diciotto sezioni di metri 20 ognuna ci somministrerebbe un braccio di metri 360 ed una superficie coperta da tutti i mari di oltre centomila metri quadrati, con una profondità media di sei metri.
La spesa di questo frangi-onde galleggiante, ascenderebbe a sc. 38,000 cosicchè coll’impiegare una tal somma, e con una manutenzione di sc. 2,000, si potrebbe agevolmente avere presso il porto di Civitavecchia un porto di rifugio ben cento volte più conveniente per i bastimenti che la rada di Livorno. Essi rinfrancherebbero ben presto gl’intraprendenti della spesa, col pagare, per essere ivi sicuri, una tassa che pur pagano a Livorno, ove poi sono esposti a tanti danni e pericoli.