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ligno, percorresse l’interno delle Marche a si riunisse nel punto più opportuno verso Ancona; altra che scegliendo un punto opportuno di sortita, tagliasse a mezzo la Sabina, e passando per Rieti giungesse al confine Napolitano, ove sbocca la bella strada di Civitaducale. Ma però nel caso nostro in cui gettar si devono le prime basi, sembra prematuro l’occuparsi delle subalterne diramazioni; imperocchè queste saranno le conseguenze dell’ottima riuscita che speriamo dalle strade principali.
Torniamo per tanto sulla rete che abbiamo proposta, e diamo su di essa tutte le possibili spiegazioni: al qual’effetto troviamo comodo d’incominciare dall’estremo confine al Nord.
Partendo dal ponte Lagoscuro si presenta la linea retta che tocca Ferrara e giunge fino a Bologna, ed ivi voltando si mostra un altro rettilineo fino a Rimini; quindi costeggiando il mare viene senza ostacolo fino ad Ancona. Questo tratto forma il soggetto della società bolognese, tranne che essa propone di proseguire la linea da Bologna a Castelfranco, toccando in quel punto il confine modenese, senza curare il passaggio per Ferrara.
La quale diversità di suggerimento ci obbliga di fermarci a darne l’opportuna spiegazione, nella speranza che la rispettabile società bolognese e quanti altri l’hanno appoggiata, vorranno persuadersi della ragionevolezza della nostra indicazione. In fatti intestando la nostra linea a Castelfranco toccaressimo il modenese, ove una semplice lusinga può concepirsi che si conceda il permesso di costruire la continuazione lungo il suo territorio; e questo ancora ottenuto, converrebbe fare altrettanto per traversare il ducato di Parma, onde trovarsi poi nel mezzo d’immenso spazio privo di altre comunicazioni della stessa specie. Ovvero da Modena voltare verso Mantova