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censura anche l’invenzione delle scarpe e del cappello. E ciò sicuramente con più importanza avvenne, allorchè aggiogati due buoi si fece con questi il lavoro di molti uomini; allorchè, inventata la falce, un uomo con un colpo solo tagliava tante spighe quante prima non ne carpiva in un ora; allorchè la stampa, servì di ammirabile mezzo di communicazione delle idee dall’una all’altra estremità del globo, e rese meno necessaria l’opera degli amanuensi; allorchè un oncia di polvere spezzò in un’ istante massi che avrebbero richiesto il travaglio di molto tempo, e di molti uomini. Ma ora, si dirà, le cose sono ad un punto che basta. E chi è, che possa pronunziare questo terribile basta, e fissare un termine ai prodigi della natura, ed all’umano scibile?

Se la divina provvidenza fornì l’uomo d’intelletto, non sarà giusto di limitargli l’uso di questo dono prezioso, fin che esso non ne abusi a danno del suo simile.

Cessiamo però dal declamare, e ponderiamo le cose, i fatti, le obiezioni con freddezza, criterio ed imparzialità, prendendo a considerare specialmente le strade ferrate come l’ultimo de’ miglioramenti, e quello che ora tutta a se richiama la sociale attenzione, non meno che la speculazione, e sul proposito esaminiamo imparzialmente. 1.° Se l’applicazione del vapore a giorni nostri possa chiamarsi invenzione. 2.° Quali siano i vantaggi, e se sussistano i danni che si temono dall’ applicazione del vapore specialmente ai mezzi di trasporto terrestri. 3.° Se un ritrovato che influisce sulla generalità, e sia generalmente adottato, possa essere da alcuni rigettato. 4.° Se particolarmente convenga adottarlo per lo stato Pontificio. 5.° In qual modo potrebbe sembrare adottabile per risentirne tutti i vantaggi.