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nella società, passano alcune quasi inosservate; altre fanno l’effetto delle grandi catastrofi, e sono vere rivoluzioni sociali. Appartengono a questa classe, fra le altre, le invenzioni della stampa, della polvere pirica, della bussola, l’applicazione in ultimo del vapore alle manifatture ed ai trasporti per mare prima, ora per terra, che si conosce sotto il nome di strade ferrate.

Siccome lo stimolo che riceve l’uomo nasce dalla lotta fra i bisogni umani aumentati dalla insaziabilità dei desiderij, e la loro soddisfazione; quindi, il problema, che sempre la tormenta, e che risoluto ancora si riproduce, è di trovare il modo come, colla minor possibile spesa e fatica, ottenere si possa il migliore e maggiore prodotto, o intento. Ma perchè è inevitabile, che nelle soluzioni di questo problema, si trovi leso l’interesse di coloro, che traggono profitto dalle antiche abitudini, quindi contro i nuovi sistemi che sorgono, si eleva un grido più o meno forte ed allarmante in proporzione del numero di quei che sono o si credono pregiudicati; al quale quello si unisce di alcuni che per spirito di vera, ma spesse volte millantata filantropia, atterriti da quella larva, o dimostrandosi tali, sentono ritrosìa per qualunque novità; per il che non avvi ritrovato, non avvi miglioramento il più vero, il più palpabile, il più esteso, contro cui non sorgano contradittori e satirici.

Tale ritrosia parte il più delle volte dal falso supposto, che lo stato in cui si vive segni il non plus ultra. Pur troppo le sensazioni che destano le invenzioni e scoperte de’ nostri giorni, non sono dissimili da quella che si eccitarono in tutte le epoche, all’apparire di qualunque ritrovato, in guisa che, rimontando all’origine, crediamo che eccitasse l’ammirazione e forse la