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cezione sono a spese e danno di coloro che non si trovano in possesso dei medesimi beneficii. La qual massima conferma l’argomento, e forma una maggiore e fortissima ragione, che persuader deve quegli Stati che siano da altri vinti con qualche nuova invenzione e ritrovato, di giovarsene coll’adottarlo, onde porsi a livello; e quindi di entrare a parte del comune beneficio, anzichè coll’ostinata ripulsa delle migliorie costituirsi passivamente in beneficio altrui.
Le cose sono diverse, ma i principii sempre eguali. Queste nuove scoperte nei loro effetti sono simili a tante altre che le hanno precedute. Che un popolo, una nazione, un governo si fossero ostinati di non ammettere presso di loro, le nuove scoperte della stampa, della polvere, della bussola, i loro copisti avrebbero perciò sopravvissuto? I loro Stati sarebbero rimasti indipendenti? La loro marina avrebbe continuato ad esistere? Ma l’avvedutezza e più la necessità avendo resi comuni tutti quei ritrovati, venuto ciascuno in possesso dei mezzi e delle armi degli altri, sono le cose tornate all’antico livello, ed i vantaggi, resi universali e normali, sono a prò di tutti, a danno di nessuno.
Discende da ciò evidentemente, che può dissentirsi sull’adozione di un nuovo ritrovato, allorchè questo si presenti in origine, ma se venga adottato dai più, sorge allora la necessità che imperiosa colle inesorabili sue leggi lo impone, sotto pena di rimanere distrutto, oppresso, schiacciato.
IV.
se particolarmente convenga adottare le strade ferrate nello stato pontificio.
Dopo aver ragionato nelle viste generali sulla con-